Tecnologia

Xiaomi Mi 9T Pro, lo smartphone da 450 euro con molti pregi e pochi difetti

Chi ha un budget di 450 euro e cerca uno smartphone al miglior rapporto prezzo/prestazioni può dare un'occhiata allo Xiaomi Mi 9T Pro. Ha buone prestazioni, un design moderno e funzionale, autonoma adeguata e scatta foto apprezzabili. Manca la certificazione di impermeabilità ma si può chiudere un occhio.

Xiaomi Mi 9T Pro è il nuovo smartphone di fascia media che punta sul rapporto qualità/prezzo per attirare acquirenti. In Italia ha un listino di 449,90 euro, che attira soprattutto in considerazione della presenza di uno schermo AMOLED, di un processore Snapdragon 855 affiancato da 6 Gigabyte di memoria RAM, e di una tripla fotocamera posteriore.

Parte delle specifiche tecniche di questo nuovo smartphone sono da top di gamma, e chi è alla ricerca di un dispositivo in questa fascia di prezzo, dovrebbe prenderlo in considerazione, non solo per il prezzo ma anche per le prestazioni e la qualità costruttiva. Per contro, sono tuttavia da tenere in conto la memoria non espandibile, l’assenza di certificazioni di impermeabilità, oltre all’audio mono al posto di quello stereo che sarebbe stato più gradito.

Design e schermo

Il design del Mi 9T Pro ruota attorno al meccanismo a scomparsa della fotocamera anteriore. Quando si seleziona quest’ultima dall’applicazione apposita, il sensore frontale fuoriesce automaticamente dal bordo superiore. Una soluzione già vista a bordo di altri smartphone come il P Smart Z di Huawei o il OnePlus 7 Pro ma che, nel caso del dispositivo Xiaomi, non brilla in quanto a velocità: serve qualche attimo di troppo affinché il sensore sia pronto, ad esempio, per scattare un selfie, e questo fa perdere un po’ l’immediatezza di utilizzo. Comunque, l’azienda cinese ha messo a punto un meccanismo scenografico: la fotocamera anteriore è attorniata da LED rossi, che si illuminano quando il sensore fuoriesce dal bordo superiore, e fungono da LED di notifica quando è richiuso. Xiaomi promette 300.000 aperture senza guasti, non possiamo né confermare né smentire con un test di pochi giorni.

Grazie alla fotocamera a scomparsa, la parte anteriore del Mi 9T è occupata quasi interamente dallo schermo con cornici ridotte. È un pannello AMOLED da 6,39 pollici e risoluzione Full-HD+, che si rivela uno dei punti di forza di questo smartphone: si vede bene all’aperto, ha una luminosità elevata, angoli di visuale ampio, resa cromatica convincente. Non è scontato uno schermo di questa qualità in questa fascia di prezzo.

Da notare la funzionalità Ambient Display che consente, con lo smartphone in stand-by, di visualizzare sullo schermo orario e livello di carica della batteria. In più, Xiaomi ha integrato direttamente nel pannello il lettore di impronte digitali, che funziona bene: durante i test ha riconosciuto l’utente al primo colpo, e lo sblocco del sistema è stato immediato.

Per il resto, il Mi 9T è uno smartphone che, a livello costruttivo, restituisce sensazioni di buon livello. il rivestimento è realizzato in vetro, con una trama “zigrinata” sul retro, poco evidente nella colorazione Carbon Black (ritratta nelle immagini) ma decisamente più d’impatto nelle due varianti cromatiche blu e rosso. Non è particolarmente scivoloso, si maneggia bene con una sola mano e i pulsanti fisici (volume e accensione) si raggiungono bene con le dita. Il peso di 191 grammi è un po’ eccessivo, e si sente tutto. Manca purtroppo la certificazione di impermeabilità.

Prestazioni e autonomia

Xiaomi ha scelto per il Mi 9T Pro una configurazione rodata e ben funzionante: processore Snapdragon 855, uno dei migliori del 2019, affiancato a 6 Gigabyte di memoria RAM e da uno spazio di archiviazione interno di 128 GB, purtroppo non espandibili.

La dissipazione del calore è particolarmente efficace, tanto che durante l’uso non si percepisce mai attraverso il rivestimento posteriore. Parte del merito va anche all’ormai nota ottimizzazione software. Da notare che Mi 9T Pro sarà certamente aggiornato ad Android Q, aspetto da non sottovalutare in fase d’acquisto e comunque non così scontato per uno smartphone da 450 euro.

Sul fronte dell’autonomia, con il nostro utilizzo normale (misto tra LTE e Wi-Fi, due account mail attivi, centinaia di notifiche dai social e app di messaggistica istantanea, oltre 2 ore di telefonate), è rimasto acceso per 20 ore con una sola ricarica. In più, c’è la ricarica rapida a 25 Watt, per la quale è necessario acquistare un caricabatterie a parte.

Il comparto audio non brilla: l’altoparlante mono ha un volume abbastanza elevato, che però distorce un po’ a volume massimo e non offre una particolare qualità. L’esperienza in chiamata così come la ricezione sono nella media, completa la connettività che include Wi-Fi dual-band, Bluetooth 5.0, NFC, e presa jack per le cuffie. Peccato che Xiaomi non abbia integrato anche il sensore a infrarossi, solitamente presente sugli smartphone dell’azienda cinese.

Comparto fotografico

Sul retro ci sono tre sensori: quello principale da 48 Megapixel, il secondario da 13 Megapixel grandangolare e il terzo da 8 Megapixel teleobiettivo, che abilita uno zoom ottico a 2X. La fotocamera anteriore è invece da 20 Megapixel. Questi numeri si traducono in scatti di alto livello in diurna; in notturna subentra un po’ di rumore digitale, specie con il grandangolare. La cosa è nettamente più attenuata con il sensore principale da 48 Megapixel, e anche lo zoom ottico 2X lavora tutto sommato bene con poca luce. Certo, siamo lontani, ad esempio, dai risultati del P30 Pro di Huawei, ma abbiamo di fronte uno smartphone che costa esattamente la metà.

Gli scatti con modalità ritratto sono notevoli, grazie anche a un effetto bokeh (fondo sfuocato) soddisfacente. In generale il comparto fotografico convince, soprattutto considerando la fascia di prezzo in cui è inserito il Mi 9T Pro. Si possono registrare video fino alla risoluzione 4K a 60 fotogrammi al secondo, e c’è anche la modalità super slow-motion a 960 fps.