Politica

Crisi di governo, Delrio suggerisce la via al Pd: “Con il M5s serve un accordo alla tedesca. Lavoro e ambiente i punti di convergenza”

Il capogruppo democratico alla Camera ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital propone un contratto di governo in cui "si analizza ogni punto per il bene del Paese", si convocano "le menti migliori" e si cerca di "dare un’impronta diversa": una proposta che nelle intenzioni pare aderente a quello che accade in Germania. Zingaretti: "Continuo a pensare che aprire dibattiti su Governi futuri prima che quello in carica cada sia un errore"

Un nuovo contratto di governo sul modello di quello che da tanti tiene in piedi la Grosse Koalition e i governi Merkel in Germania. Ma questa volta avendo “chiara l’idea di cosa serve al Paese”. Il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, traccia la strada che a suo avviso il Partito democratico dovrà percorrere per arrivare a un’intesa con il Movimento 5 stelle. “Ciò che serve è un accordo alla tedesca, come Cdu e Spd, una cosa scritta”, spiega ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital. Anticipando anche quali potrebbero essere i punti di contatto con i Cinquestelle: “Noi a Mattarella parleremo di lavoro e svolta verde per l’emergenza ambientale. È un lavoro duro, serio, e non è detto che non permetta, questo percorso, di chiarire punti di convergenza con il Movimento finora offuscati”. Il segretario Nicola Zingaretti, però, è più moderato: “Continuo a pensare che aprire dibattiti su Governi futuri prima che quello in carica cada sia un errore”.

Delrio promette un contratto in cui “si analizza ogni punto per il bene del Paese”, si convocano “le menti migliori” e si cerca di “dare un’impronta diversa” alle politiche del Paese. “Dobbiamo essere seri e non fare sconti, reciprocamente, avere chiara l’idea di cosa serve all’Italia”, aggiunge. Almeno a parole, una proposta che nelle intenzioni pare aderente a quello che in Germania viene definito Koalitionsvertrag: un documento che i due partiti al governo impiegano anche mesi per definire fino all’ultimo particolare e che nell’ultimo caso conta ben 177 pagine suddivise in 14 capitoli.

“Questo Paese finora è stato ossessionato da argomenti che non hanno portato bene, come l’immigrazione. Mi fa piacere che Conte ne abbia preso atto”, prosegue Delrio, soffermandosi sull’ultimo scontro tra il premier e Salvini sulla Open Arms. Il deputato Pd sottolinea poi come in questa crisi è il presidente della Repubblica che “detta i tempi, non Salvini”, aggiungendo che “il leghista è stato arrogante e ha sbattuto contro il muro mentre i Cinquestelle hanno difeso le istituzioni“. Per questo il Pd si presenterà da Mattarella dopo la direzione del 21 agosto: “Dovremo convincere i nostri elettori che non stiamo facendo un gioco di palazzo. Sappiamo che ci sono rischi, ma in politica e nella vita non ci sono opzioni totalmente prive di rischi“.

Una visione diversa da quella del segretario Zingaretti, che su facebook scrive: “Diciamo no a qualsiasi ipotesi di Governo pasticciato e di corto respiro. Solo nello sviluppo dell’eventuale crisi di Governo sotto la guida autorevole del Presidente Mattarella si potranno verificare, se esistono, le condizioni numeriche e politiche di un Governo diverso con una larga base parlamentare che nasca non a tutti i costi per la paura delle urne, che non abbiamo, ma dalla reale possibilità di trasformare l’Italia, cambiare e rifondare l’Europa e ricostruire una speranza”. Il segretario, però, lascia la porta aperta: “Vedremo, dopo questo fastidioso ginepraio di parole senza contenuti e senza valori, cosa accadrà martedì nel dibattito aperto dal Presidente Conte”.

Al Capo dello Stato, spiega Delrio, il Pd porterà i suoi temi, lavoro e ambiente. E proprio da questi due punti per il capogruppo democratico può cominciare la nuova intesa M5s-Pd-LeU. Poi “dobbiamo abbassare il cuneo fiscale, c’è il tema del salario minimo“, aggiunge. L’altro punto dialettico sarà il reddito di cittadinanza, sul quale Delrio vede “luci e ombre”: “Noi lo abbiamo criticato per un verso ma sostenuto per un altro – spiega l’ex ministro – perché come sviluppo del reddito di inclusione era giusto“.”Hanno messo anche le politiche attive del lavoro che però non entrano in vigore – spiega l’ex ministro – hanno creato confusione e tolto efficienza alle misure contro la povertà. Non abbiamo mai fatto battaglia frontale contro il reddito, ma la misura così concepita anziché avviare al lavoro lo scoraggia“.

In realtà all’interno del Partito democratico, specialmente nella sua anima renziana, sono stati molti gli attacchi frontali alla misura Cinquestelle, fino a una raccolta firme per l’abrogazione a cui parteciparono anche esponenti di Forza Italia. Ma in questa occasione, assicura Delrio, il Pd “si dimostrerà compatto. La più grande qualità di Zingaretti è fare sintesi”. Quando gli si fa notare però che c’è sempre l’ipotesi di scissione dei renziani che incombe, l’ex ministro risponde che secondo lui ”ci sarà, spero, la capacità e l’intelligenza da parte di tutti di capire che le proprie idee non possono valere più del bene del Paese“.

“Salvini sta commettendo errore clamoroso perché dimostra che per lui il tornaconto di un partito e personale valgono più della stabilità del paese. Noi non dobbiamo fare lo stesso errore”, incalza Delrio, aggiungendo che ora il leader leghista “è terrorizzato dall’idea di un accordo tra noi e il Movimento 5 stelle”. “Salvini ha sicuramente azzeccato una mossa, ha capito che l’Italia ha bisogno di un altro governo – continua l’ex ministro – perché questo ha portato zero crescita, zero investimenti, cassa integrazione. Non è stato un anno bellissimo come ci aveva preannunciato Conte, è stato un anno buttato via anche in termini di credibilità”. Delrio commenta anche gli accenni di un dietrofront da parte di Salvini e i segnali lanciati al M5s: “Secondo me non ci ripensa, sta semplicemente capendo che ha sbagliato le mosse, ma siccome è abile sa che tornare indietro gli farebbe perdere credibilità e sarebbe un suicidio”.