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Inflazione, Istat: prezzi rallentano allo 0,5% a luglio. Rincaro del carrello della spesa ma riduzione delle tariffe di luce e gas

La variazione annuale dei prezzi al consumo, in decelerazione per la terza volta consecutiva, torna indietro ai livelli di aprile 2018, ovvero di 15 mesi fa. L’ulteriore rallentamento a luglio, spiega l’istituto statistico, è quasi del tutto imputabile ai prezzi dei beni energetici regolamentati, solo marginalmente bilanciata dall’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari

Il tasso d’inflazione, cioè la variazione annuale dei prezzi al consumo, frena a luglio allo 0,5%, in rallentamento rispetto allo 0,7% di giugno. A comunicarlo è l’Istat, che nelle stime preliminari di luglio rileva però un rincaro del cosiddetto “carrello della spesa“, cioè l’insieme dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona. Ad alzare i prezzi sono in particolare frutta e verdura fresche, al cui rialzo si affianca la riduzione delle tariffe di luce e gas. In generale il tasso, in decelerazione per la terza volta consecutiva, torna così indietro ai livelli di aprile 2018, ovvero di 15 mesi fa. Su base mensile i prezzi salgono dello 0,1 per cento.

L’ulteriore rallentamento dell’inflazione a luglio, spiega l’istituto statistico, è quasi del tutto imputabile ai prezzi dei beni energetici regolamentati (da +4,3% di giugno a -3,1%) e in particolare alle tariffe sul mercato tutelato del gas di rete e dell’elettricità, che diminuiscono rispetto a giugno, mentre a luglio dello scorso anno erano aumentate rispetto al mese precedente, determinando così l’inversione di tendenza dei prezzi dei beni energetici regolamentati. La decelerazione è bilanciata solo marginalmente dall’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +0,7% a +1,6%) e di quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +1,5% a +1,8%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici salgono di un decimo di punto rispettivamente da +0,4% a +0,5% e da +0,5% a +0,6%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto per lo più alla crescita dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei servizi relativi ai trasporti (+0,7% per entrambi), su cui incidono fattori stagionali, solo in parte bilanciata dal calo dei prezzi dei beni energetici regolamentati (-1,5%), dei beni alimentari non lavorati e dei beni energetici non regolamentati (-0,8% per entrambi). L’inflazione decelera per i beni (da +0,5% a +0,1%), mentre rimane stabile per i servizi (a +1,0%); il differenziale inflazionistico è quindi positivo e pari a +0,9 punti percentuali (era +0,5 a giugno). L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,7% per l’indice generale e +0,6% per la componente di fondo.

Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) diminuisce dell’1,7% su base mensile, per l’avvio dei saldi estivi di abbigliamento e calzature di cui il NIC non tiene conto, e cresce dello 0,4% su base annua (in decelerazione da +0,8% registrato nel mese precedente). Secondo una stima di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, l’inflazione annua nell’area dell’euro dovrebbe essere dell’1,1% a luglio 2019, in calo dall’1,3% di giugno.