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Pedemontana Veneta, consiglio approva mozione all’unanimità: verifiche su lavori e materiali. Regione sarà parte civile

La maggioranza ha appoggiato il testo presentato dai consiglieri di opposizione (Pd, M5s e LeU) che chiede "immediate verifiche straordinarie sull'esecuzione e sui materiali utilizzati nelle opere". Il governatore Zaia: "Non serviva un consiglio straordinario per avere informazioni, le carte sono a disposizione. La scorsa settimana ci siamo costituiti parte offesa"

Il consiglio regionale straordinario del Veneto nel pomeriggio ha approvato all’unanimità la mozione delle minoranze sulla Pedemontana Veneta. Anche la maggioranza ha appoggiato il testo che chiede “immediate verifiche straordinarie sull’esecuzione e sui materiali utilizzati nelle opere in cemento armato lungo l’intero tracciato a tutela della sicurezza dei lavoratori, dei cittadini futuri utenti dell’opera e dei livelli occupazionali”, nonché la costituzione della Regione quale parte offesa nell’inchiesta per sospetti di gravi irregolarità nella costruzione di una galleria lunga sette chilometri.

I consiglieri regionali di Pd, M5s e Liberi e Uguali hanno accusato la struttura regionale di non essersi accorta dei materiali scadenti e il presidente Luca Zaia di non aver preso posizione, anche per tranquillizzare i cittadini, visto che finanzierà in 39 anni la Pedemontana con 12 miliardi di euro. La mozione è stata presentata l’11 luglio 2019, una decina di giorni dopo il sequestro (è il terzo in due anni) della galleria lunga 7 chilometri che dovrà collegare Castelgomberto a Malo. Il primo sequestro avvenne nel 2016, dopo la morte di un operaio travolto da un crollo. Il secondo nel 2017, a causa di un vasto cedimento della volta. Adesso la Procura di Vicenza ha scoperto che parte dei materiali utilizzati (acciaio, cemento, pvc) non avrebbero la certificazione CE e sarebbero, quindi, meno resistenti. Le intercettazioni ambientali hanno aggiunto prove e dimostrato che gli operai vanno a lavorare temendo per la propria incolumità. Per questo i cantieri sono stati bloccati.

Non serviva un consiglio straordinario per avere informazioni, le carte sono a disposizione dei consiglieri regionali. La scorsa settimana ci siamo costituiti parte offesa e abbiamo dato mandato a un legale di tutelarci in sede penale”, ha replicato Zaia. “Se si arriverà a un processo, noi ci saremo. Perché se qualcuno ha sbagliato dovrà pagare, ma non chiedetemi di fare processi prima”, ha aggiunto il governatore. A chi rinfacciava alla Regione di non essersi accorta delle irregolarità nelle forniture, ha risposto: “I collaudatori siamo noi e finora, secondo quello che abbiamo certificato, l’opera è stata fatta a regola d’arte. Nuove verifiche sono in corso e le faremo fino in fondo. Ma noi non siamo poliziotti, la magistratura faccia le sue indagini. Le conclusioni le trarremo alla fine”.