Gianluca Savoini, responsabile dei rapporti tra la Russia e la Lega già ai tempi di Bossi, e altri cinque uomini - di cui tre russi e due italiani - discutono un accordo segreto per finanziare con 65 milioni di dollari derivati dal petrolio russo la campagna elettorale del Carroccio in vista delle europee. Su ilfattoquotidiano.it la traduzione dei punti salienti
Mosca, Metropol Hotel. 8 ottobre 2018. Un incontro di un’ora e 15 minuti trascritto da Buzzfeed e tradotto nelle parti salienti da ilfattoquotidiano.it in cui Gianluca Savoini, responsabile dei rapporti tra la Russia e la Lega già ai tempi di Bossi, e altri cinque uomini – di cui tre russi e due italiani – discutono un accordo segreto per finanziare con 65 milioni di dollari derivati dal petrolio russo la campagna elettorale del Carroccio in vista delle elezioni europee. Il punto centrale dell’accordo si gioca su quella che nella conversazione riportata dal sito è uno “sconto” o “commissione” sul petrolio venduto dalla Russia all’Eni. Questi, per fare un esempio, sono i termini della proposta: se Mosca vende petrolio a 94 all’Italia, Eni lo compra a 100. E a quel punto la Lega propone di prendersi 4 per finanziare la campagna elettorale. Tutto quello che è oltre quella cifra, al Carroccio non interessa e andrebbe quindi ai russi.
Le transazioni di cui parlano i due gruppi si giocano intorno a quattro società: l’italiana Eni e una grande compagnia petrolifera russa – Rosneft o Lukoil e due intermediari, utili per evitare che le operazioni finiscano nel mirino delle autorità. A questo proposito l’italiano identificato come “Luca” suggerisce che si tratti di una compagnia “nota” con sede in Europa. E discutono anche se servirsi del braccio russo della italiana Banca Intesa: nel suo board of directors c’è infatti Andrea Mascetti, uomo della Lega che in Russia è nel consiglio della locale filiale della banca. La conversazione si sviluppa poi sui dettagli: quale sia il migliore porto per effettuare le consegne – Rotterdam, Novorossiysk sul Mar Nero o attraverso il baltico. Una via, quest’ultima che per i russi aveva però una capacità di flusso molto limitata. Un passaggio anche sul tipo di carburante considerato dall’accordo, con gli italiani che suggeriscono, fra gli altri, diesel e cherosene e i russi che che riferiscono che consegneranno la lista al primo ministro.