Politica

Salvini-Di Maio, “pace” in pubblico. Il leghista: “Salari? Prima giù le tasse”. E a Mattarella: “Debito cresciuto per colpa Ue”

Stretta di mano all’assemblea di Confartigianato alla Nuvola di Roma tra i due vicepresidenti del Consiglio, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. “Il taglio delle tasse non in deficit? Si fa, certo, ma il ‘come’ non vengo dirlo a lei” commenta ai microfoni de IlFatto.it il leader della Lega, che punta dritto sulla flat tax: “Che non si faccia è un’ipotesi che non prendo nemmeno in considerazione”. Il capo politico del M5s evita le domande dei giornalisti e dal palco pone l’accento, come l’omologo leghista, sulla riduzione del cuneo fiscale: “Bisogna fare scelte coraggiose nella legge di Bilancio, e noi rivendichiamo il diritto di poterne almeno parlare”.

D’accordo, i due, anche sui pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione: “Non mi affeziono ai nomi” spiega Di Maio, alludendo ai minibot, “ma è chiaro che lo Stato deve pagare”. Da Londra, però, arriva il secondo ‘no’ del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che li definisce “pericolosi e illegali”. “Se ha un’idea diversa la porti al tavolo, altrimenti si fa quello che il Parlamento ha già approvato” ribatte Salvini, riferendosi alla mozione approvata alla Camera da tutti i partiti proprio sui titoli di Stato di piccolo taglio. L’ultimo tema affrontato è quello sul carcere per gli evasori, cavallo di battaglia del M5s. “Mutuiamo le esperienze straniere, come quella degli Stati Uniti” annuncia Di Maio, “dove un grande evasore va in galera”. “Fammi portare la tassazione al 15-20%” è la replica di Salvini, “poi ne parliamo”.