Cronaca

Roma (e i romani) stanno sprofondando. La politica faccia qualcosa

Sono svariati anni che noi romani crediamo di aver toccato il fondo quanto a cattiva qualità di vita, impossibilità di spostarsi nella città, incuria. Ma l’amara verità è che invece stiamo sprofondando sempre di più, tanto che Roma comincia a diventare una città non solo abbandonata, ma anche veramente pericolosa. Una città che presto i turisti cominceranno ad abbandonare, vista l’impossibilità reale di spostarsi. Una città, tra l’altro, che sta arrivando impreparata anche sulle sfide più complesse, come quella – drammatica – del cambiamento climatico.

Ma vengo al concreto, raccontando ciò che vedo non solo come giornalista ma come cittadina e mamma di due bambini ancora piccoli.

I parchi pubblici, per cominciare: non è quasi più possibile frequentarli, perché l’erba è diventata talmente alta da coprire tutto, persino, a volte, le panchine. Di conseguenza sono piene di insetti, ma anche di animali, topi, oltre che disseminate di immondizia. Non tutte, certo, ma tantissime. Vedere gli occhi dei nostri bambini mentre guardano questo spettacolo è veramente avvilente. Fallito il bando per chi aveva greggi di capre – nessuno si è presentato in quanto il lavoro era gratuito – non si riesce a chiudere il nuovo che porterebbe all’assunzione di giardinieri. Nel frattempo, tutto resta abbandonato, con grandi rischi per la salute pubblica. Rischi denunciati anche dai medici, proprio ieri, in relazione ai cumuli di immondizia fuori dagli ospedali e non solo (hanno invitato i romani a usare i guanti).

Attualmente l’immondizia è ovunque, i cassonetti, anche della differenziata, sono stracolmi, con le temperature altissime ci sono reali rischi di infezioni, ma il CdA dell’Ama, cambiato sei volte nella stessa giunta, non pare curarsene, o almeno non avvisa i romani di quello che stanno pensando di fare per affrontare questo incubo. Ci sono problemi strutturali, certo, mancano gli impianti di stoccaggio, ci sono stati episodi oscuri come il rogo del Tmb del Salario, ma tutto questo non può giustificare una situazione che ormai i romani dovrebbero combattere, forse, solo a colpi di sciopero della tassa sui rifiuti e class action.

Dici Ama, dici Atac. Proprio ieri la sindaca Raggi ha invitato i romani a prendere l’autobus, visto che i livelli di polveri sottili stanno arrivando alle stelle. Un invito beffa, visto che la situazione dei trasporti romana è la seguente: una linea della metro, la A, che sta per essere chiusa in alcuni periodi perché, oltre all’incredibile questione delle scale mobili rotte in più stazioni, che hanno causato la chiusura di molte stazioni, non garantisce sicurezza. Un’inchiesta del quotidiano Repubblica qualche settimana fa svelava che ai macchinisti verrebbe data a inizio turno una mappa dei binari rotti, in modo da rallentare per evitare incidenti. Una povera donna è morta qualche giorno fa, dilaniata da un convoglio, e non è detto che si sia trattato di incidente (il suicidio è stato escluso), vista la mancata manutenzione delle banchine, perché, appunto, la donna è scivolata. Meno male che c’è il tram? Per favore: a Roma ci sono solo 31 chilometri di tram su cui il Comune, come ha scritto il Corriere della sera in un’altra recente inchiesta, non fa praticamente manutenzione: se li vedete sono dei rottami, si fermano in continuazione, probabilmente non sono neanche sicuri. L’altro giorno si è rotto per l’ennesima volta quello che a volte prendo con i miei figli e una persona ha dato di matto, cominciando a urlare in maniera veramente aggressiva.

E veniamo agli autobus: di questi giorni è la notizia dello sciopero degli autisti, afflitti dalle continue aggressioni ma anche dalla mancanza di aria condizionata. I nuovi autobus non arrivano, ne sono stati acquistati alcuni da Israele ma quanto pare non a sono norma e dunque non sono utilizzabili, quelli che vanno in strada – perché metà sono rotti– sono talmente vecchi e male mantenuti che quando arrivano al capolinea non si fermano perché, a detta degli stessi autisti, rischiano di non ripartire. I roghi degli autobus, anche di quelli elettrici, sono all’ordine del giorno, e se finora non ci sono stati morti è stato solo perché le porte si sono aperte. Anche se in realtà in un caso, passato sotto silenzio, sono rimaste bloccate, ma il bus era vuoto e l’autista uscito dal finestrino. D’altronde, l’Atac spende quasi 600 milioni per gli stipendi e poche centinaia di migliaia di euro per la manutenzione. Un dato inquietante che dice tutto.

Ma perché io, cittadina che paga tasse comunali anche molto salate, devo aver paura di incidenti quando i miei bambini prendono la metro, o di incendi potenzialmente letali quando prendono l’autobus? Cerco per quanto possibile di evitare la macchina, ma cosa resta? A volte il car sharing, a volte, molto raramente, perché le finanze sono quelle che sono, un taxi, ma in entrambi i casi non ci sono, tanto per dire, i seggiolini di sicurezza dei bambini. Andare a piedi è l’unica soluzione, ma bisogna stare attenti a non farsi male tra sanpietrini divelti e buche: le stesse che falcidiano i motociclisti e ciclisti, insieme alla segnaletica nulla e alla scarsa illuminazione di notte. A Roma, ci sono circa un decimo dei morti sulle strade in Italia, è una strage continua e ogni giorno ci sono nuovi orfani e nuove vedove. Nessuno ne parla, ma così è.

Come è possibile continuare così? E come vivere in una città invasa da animali ormai pericolosi – cornacchie aggressive e gabbiani (Salvini ha potuto constatare con mano la loro aggressività) ma anche cinghiali, suini e cavalli (uno ha ucciso una persona questa settimana)? Virginia Raggi non è la sola responsabile di questa situazione. La voragine di bilancio e il deficit l’ha ereditati. Inoltre, essendo persona onesta e agendo in maniera trasparente, non è da escludere che alcuni incidenti ripetuti possano essere addirittura dolosi. Ha combattuto battaglie anche dure contro le sue stesse municipalizzate, come Ama. Tuttavia di fronte a questo stato di emergenza assoluta, la lentezza della macchina amministrativa è eccessiva. Mesi e mesi per fare bandi, che a volte sono da rifare da capo. Oppure assegnazioni a quelli che fanno prezzi talmente a ribasso, che poi le cose si rompono (vedi cale mobili). E poi, la sua voce resta troppo flebile. Forse, dovrebbe alzare i toni, sia per spiegare cosa sta accadendo sia per rassicurare noi cittadini sgomenti. Avrei voluto sentire la sua protesta più forte quando il Salva Roma, unica possibilità per Roma di non morire, è stato stralciato, o è meglio è diventato un generico “salva-comuni”. Non sarebbe stato meglio minacciare le dimissioni?

La cruda verità è che la situazione nei prossimi anni potrebbe persino peggiorare, quando mancheranno i soldi anche per gli asili o per rifare le strade, a causa del default del Comune. Uno scenario da film dell’orrore, specie pensando che nel frattempo le altre città, ad esempio Milano, non solo si sono risollevate e funzionano, ma affrontano i nuovi temi del cambiamento climatico e delle misure – ad esempio piantare alberi ovunque – per rendere la città più vivibile. E non credete che un leghista al Campidoglio ci salverà. Roma sta morendo e non potrà salvarsi se la politica intera non capirà che la Capitale non è come le altre città, anche fosse solo per il fatto che ci vivono quattro milioni di cittadini, tra cui centinaia di migliaia di bambini. Ai quali, oggi davvero sono negati diritti veramente elementari, come l’incolumità fisica e persino la salute.

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