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Rixi condannato rimette il mandato nelle mani di Salvini. Lui accetta “per tutelare il governo”. Il cdm ratifica le dimissioni

In meno di un'ora il viceministro dei Trasporti ha dato la sua disponibilità a fare un passo indietro dall'esecutivo affidandosi alla decisione del leader del Carroccio. E, a differenza del caso Siri, il ministro dell'Interno ha dato il via libera al ritiro

Ore 13.02: il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi viene condannato a 3 anni e 5 mesi per peculato. Ore 13.40: le agenzie di stampa rilanciano la notizia che il leghista rimette il suo incarico nella mani del leader Matteo Salvini. Ore 13.43: il vicepremier del Carroccio accetta le dimissioni. Neanche il tempo per i 5 stelle di chiedere il rispetto del contratto e di attaccare l’esponente dell’esecutivo, che già il vicepremier leghista è intervenuto per chiudere il caso. La parola finale è stata in consiglio dei ministri con la ratifica delle dimissioni. “Desidero ringraziarlo – aveva dichiarato in precedenza il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – per la sensibilità istituzionale manifestata e per il proficuo contributo fin qui fornito alle attività di governo. Desidero inoltre esprimere a lui e alla sua famiglia la mia personale vicinanza, con l’auspicio che le sue ragioni possano prevalere nei successivi gradi di giudizio”. Un’evoluzione completamente diversa da quella del caso Armando Siri: il sottosegretario indagato per corruzione è stato fatto dimettere dopo l’intervento del premier Conte e dopo tre settimane di scontri tra Lega e 5 stelle che hanno logorato i rapporti interni.

Dopo la vittoria delle elezioni Europee e alla luce delle forti tensioni dentro i 5 stelle, che proprio oggi votano in rete per confermare la fiducia al leader Di Maio, Salvini ha deciso di scegliere una linea opposta e attenersi a quanto scritto nel contratto: “Ringrazio Edoardo Rixi per l’incredibile lavoro svolto fino ad ora”, ha scritto nella nota. “Da tempo ho nelle mani le sue dimissioni, che accetto unicamente per tutelare lui e l’attività del governo da attacchi e polemiche senza senso. Oggi stesso lo nomino responsabile nazionale trasporti e infrastrutture della Lega, riconoscendogli capacità e onesta assolute”. Ma non solo. Ha poi aggiunto: “Io rispetto le sentenze e conto su una assoluzione a fine processo, ma trovo incredibile che ci siano spacciatori a piede libero, e sindaci, amministratori e parlamentari accusati o condannati senza uno straccio di prova”. Poco dopo, nel corso di una conferenza stampa al Senato, ha anche detto: “Non nominerò nemmeno mezzo sottosegretario in più, conto che tornino, perché conto sulla loro innocenza“.

A Salvini è stato chiesto anche se uno dei prossimi passi sarà il rimpasto. E alla domanda se “i ministri Toninelli, Costa e Trenta devono lasciare”, ha risposto: “Non chiedo niente a nessuno: è chiaro che su alcuni settori ci sono problemi perché per difendere l’ambiente non puoi bloccare un intero Paese. I militari meritano copertura politica totale: ho come avuto l’impressione che non tutti si siano sentiti protetti e tagliare gli investimenti sulla difesa è suicida. Lascio ad altri le scelte che competono loro, sono pienamente soddisfatto del lavoro dei ministri della Lega”. Parole a cui fonti 5 stelle hanno replicato chiedendo di abbassare i toni: “Noi rispettiamo tutti e abbiamo sempre rispettato il lavoro di tutti, chiediamo che faccia lo stesso Matteo Salvini verso i ministri M5s. Basta attacchi, vogliamo lavorare“.

Subito dopo la lettura della sentenza, i 5 stelle avevano iniziato la campagna per chiedere le dimissioni di Rixi. “Il contratto di governo parla chiaro e siamo sicuri che la Lega per prima lo rispetterà”, hanno scritto in una nota diffusa ai giornalisti. Quindi il presidente grillino della commissione parlamentare Antimafia Nicola Morra è intervenuto su Twitter: “Non può rimanere al governo”. Il capogruppo alla Camera Francesco D’Uva (M5s) invece ha commentato: “Mi dispiace molto per questa condanna anche perché Rixi come sottosegretario ha lavorato molto bene, io stesso ho avuto modo di lavorare con lui su questioni territoriali e l’ho sempre apprezzato. Chiaramente a questo punto si dovrà vedere quello che dice il contratto di governo e agire di conseguenza”. Dopo le dimissioni è intervenuto anche il ministro dei Trasporti M5s Danilo Toninelli: “Grazie a Rixi per il lavoro svolto. Il contratto di governo, ancora una volta, si dimostra lo strumento migliore per garantire il cambiamento. Malgrado il mio ministero sia stato falcidiato, andiamo avanti a sbloccare opere e procedure per usare al meglio i soldi dei cittadini”.

Il Codice etico dei membri del governo, sottoscritto a inizio legislatura tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, sul punto è chiaro. A pagina 8 del contratto si legge: “Non possono entrare a far parte del governo soggetti che abbiano riportato condanne penali, anche non definitive, per i reati dolosi di cui all’articolo 7 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n.235 (legge “Severino”), nonché per i reati di riciclaggio, auto-riciclaggio e falso in bilancio”. Tra i reati previsti dalla legge Severino c’è anche quello disciplinato dall’articolo 314 del codice penale: il peculato, lo stesso per cui è stato condannato Rixi.