Capitoli

  1. Recensione del Huawei P30 Pro, il nuovo smartphone top di gamma di Huawei
  2. Zoom periscopico
  3. Fotocamera e grandangolo
  4. Schermo e design
  5. Prestazioni
  6. Autonomia
Tecnologia

Fotocamera e grandangolo - 3/6

Il nuovo smartphone top di gamma Huawei P30 Pro conferma con le prove la validità del comparto fotografico. Da apprezzare anche prestazioni, autonomia e qualità costruttiva. Il prezzo non è accessibile a tutti e manca la presa jack per le cuffie.

Come avevamo anticipato, il sensore principale è da 40 Megapixel con ottica da 27 mm, obiettivo con apertura f/1.6 e stabilizzazione ottica dell’immagine. Il passaggio dallo standard RGB a quello RYB (che combina rosso, il blu e il giallo invece del verde) consente di riprodurre i colori in maniera più naturale, soprattutto in relazione alla pelle umana. In più la modalità notte, così come già visto sul Mate 20 Pro e sul P20 Pro, fa davvero la differenza: si perde un po’ la naturalezza, ma si riescono a tirar fuori scatti notevoli anche in condizioni difficilissime. Bellissime le macro, con la possibilità di messa a fuoco ad appena 2,5 centimetri.

Il sensore grandangolare da 20 Megapixel è decisamente divertente da utilizzare, però soffre di più in notturna. Buono il comportamento della fotocamera anteriore da 32 Megapixel con obiettivo f/2.0, che riesce a realizzare convincenti fotografie in modalità ritratto. Importante passo in avanti nella registrazione dei video, che colma ulteriormente il gap esistente, in quest’ambito, rispetto a Samsung, Google ed Apple. P30 Pro può registrare filmati in 4K a 30 fps, buoni sia in diurna che con poca luce, con la stabilizzazione ibrida (ottica ed elettronica) che svolge bene il suo compito. Non manca la funzionalità super slow-motion a 960 fps, con la risoluzione che in questo caso si ferma a 720p.