Capitoli

  1. Recensione del Huawei P30 Pro, il nuovo smartphone top di gamma di Huawei
  2. Zoom periscopico
  3. Fotocamera e grandangolo
  4. Schermo e design
  5. Prestazioni
  6. Autonomia
Tecnologia

Zoom periscopico - 2/6

Il nuovo smartphone top di gamma Huawei P30 Pro conferma con le prove la validità del comparto fotografico. Da apprezzare anche prestazioni, autonomia e qualità costruttiva. Il prezzo non è accessibile a tutti e manca la presa jack per le cuffie.

Il comparto fotografico del P30 Pro è realizzato in collaborazione con Leica e comprende quattro sensori fotografici. Quello di maggiore interesse è lo “zoom periscopico” del sensore teleobiettivo. È un teleobiettivo da 8 Megapixel con ottica da 125 mm, apertura f/3.4 e stabilizzazione ottica dell’immagine (per evitare di ottenere immagini “mosse” per via del tremolio delle mani, un problema frequente con i teleobiettivi). Grazie alla differente lunghezza focale, abilita uno zoom ottico a 5X, già di per sé notevole in ambito smartphone. Basti pensare che un prodotto di fascia alta come il Galaxy S10+ si ferma al 2X. Il risultato è stato possibile grazie a un vero e proprio prisma (presumibilmente posizionato tra lenti e sensore) disposto a 90° che, osservando il sensore dall’esterno, dà una sensazione di “profondità”.

Nelle prove abbiamo appurato che la perdita di dettaglio fino ai 5X è praticamente nulla, anche scattando in notturna. Il P30 Pro può però spingersi fino ai 10X grazie a un sistema ibrido (si parla appunti di “zoom periscopico”). Poter giostrare tra uno zoom ottico a 5X e ibrido a 10X fa la differenza nell’utilizzo quotidiano. Ci sono decine e decine di situazioni in cui ci siamo serviti di questa possibilità offerta dal P30 Pro, come si può vedere nello scatto che pubblichiamo in questa pagina.

Discorso differente per quanto riguarda lo zoom digitale a 50X. A nostro avviso è più una funzionalità pensata per stupire in ambito marketing: la perdita di dettaglio è inevitabilmente importante ed è difficile riuscire a ottenere uno scatto che non sia mosso, bisogna davvero sforzarsi di tenere la mano ferma. Si ottengono risultati accettabili fissando lo smartphone su di un treppiedi, ma in questo caso si perde il concetto di immediatezza che deve rimanere un punto focale per un dispositivo mobile.