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  1. Elezioni Sardegna. Droga, concussione, peculato: ecco perché 5 candidati sono impresentabili e 3 rischiano sospensione
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Politica

Elezioni Sardegna. Droga, concussione, peculato: ecco perché 5 candidati sono impresentabili e 3 rischiano sospensione - 2/9

Risultano non conformi al Codice di Autoregolamentazione della Commissione antimafia. Ecco chi sono e di cosa sono accusati gli 8 esponenti politici sotto processo e quelli già condannati

 

GIOVANNI SATTA
(Solinas Presidente)
Imputato di tre procedimenti: per riciclaggio in concorso con altri al Tribunale di Nuoro, al tribunale di Tempio Pausania per riciclaggio, al tribunale di Cagliari per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dall’ingente quantitativo e dall’essere reato trans nazionale”. Per quest’ultima accusa Satta, che figura nella lista del candidato governatore per il centrodestra scelto da Matteo Salvini, era stato rinviato a giudizio il 20 dicembre 2017. L’indagine, che aveva preso avvio nell’estate del 2013, aveva portato al sequestro di 18 chili di
cocaina, 4 chili di eroina e un chilo di marijuana, per un valore, se immessi sul mercato, di circa due milioni di euro. L’organizzazione – secondo l’accusa – garantiva l’approvvigionamento di stupefacenti nelle zone di Olbia e della Costa Smeralda. Satta, eletto in Consiglio regionale nelle fila dell’Uds, poi passato al Partito Sardo d’Azione-La Base, era stato proclamato consigliere
regionale nell’aprile 2016 mentre era ancora in carcere a Sassari.

Quando era sindaco di Buddusò, in Gallura, Satta era stato da Luca Carboni, pluripregiudicato ucciso il 19 settembre 2017, che gli aveva telefonato per chiedergli di procurargli dell’esplosivo. Secondo gli inquirenti, Carboni faceva parte del sodalizio criminale che stava progettando tra l’altro il furto a scopo di estorsione della salma di Enzo Ferrari.

Il 24 novembre 2018 Satta si trovava insieme a Matteo Salvini e ai candidati del centrodestra e del Partito sardo d’azione durante un incontro elettorale a Cagliari durante il quale il ministro dell’Interno annunciava di volere “liste pulite. “Non commento fatti e persone che non conosco”, aveva affermato il vicepremier.