Calcio

Serie B, la farsa è servita: addio formula a 19 squadre, si torna a 22 o forse a 24. E su chi ripescare è già bagarre

Il Tar ha accolto il ricorso di alcune delle società escluse e così il campionato cadetto dovrà abbandonare l'idea di restare così com'è, ovvero con la formula imposta dall'ex commissario Figc Fabbricini, il cui ultimo disastro peserà come un macigno forse sui bilanci federali e certamente sulla credibilità del calcio italiano. Il neo presidente Gravina in seduta permanente per trovare una soluzione

E adesso che succede? Il Tar ha accolto il ricorso di alcune delle società escluse (Pro Vercelli e Novara nello specifico, ma in ballo ci sono anche Siena, Catania e Ternana), la Serie B ha scoperto di non essere più a 19 squadre: qualcuno (la Lega di Mauro Balata) vorrebbe mantenere comunque questa formula, il tribunale amministrativo ha indicato di tornare a 22, c’è chi pensa che l’unica soluzione sia andare addirittura a 24. Tutte le ipotesi attualmente sono sul tavolo, ma un indizio lascia pensare che dei ripescaggi ci saranno. Resta solo da capire quanti.

La sentenza odierna è solo una cautelare, ma c’è una frase del dispositivo del tribunale amministrativo che spaventa a morte vertici e legali della FederCalcio, in riunione permanente per decidere il da farsi: i danni per le escluse sarebbero di “entità difficilmente quantificabile”. Significa che se la sentenza definitiva dovesse dargli torto (l’udienza di merito è in calendario il 26 marzo), sulla Figc ricadrebbe un risarcimento astronomico: svariati milioni per club, 30-40 in totale, roba da portare i libri in tribunale. La Federazione non può permettersi di correre il rischio di fallire. Per questo la Lega B di Balata dovrà rassegnarsi: il campionato quasi sicuramente non resterà a 19, i calendari andranno integrati e riscritti (anche in Serie C, dove i club esclusi hanno già debuttato), per recuperare il tempo perduto bisognerà giocare ogni tre giorni fino quasi alla fine dell’anno. Un disastro.

Non c’è solo il problema di rifare i calendari (un incubo anche per i migliori matematici, dopo 8 giornate già disputate): bisogna decidere quali squadre ripescare, e non è cosa da poco. Visto che il Tar ha ripristinato la situazione precedente al 13 agosto (e alla delibera illegittima di Fabbricini sul blocco dei ripescaggi), col format tradizionale a 22 ci sono solo 3 posti a disposizione per 5 ricorrenti: in ballo infatti ci sono Ternana, Pro Vercelli, Siena, Novara e Catania; queste ultime due sono anche in bilico nell’eventuale graduatoria, inizialmente ne erano state escluse per delle sanzioni recenti e poi sono state riammesse, il giudizio su di loro non è ancora definitivo e anche questo stanno valutando i tecnici della Figc. E poi c’è il caso particolare della Virtus Entella, squadra fantasma che al momento non appartiene né alla Serie B né alla C: i liguri sono retrocessi sul campo, ma si sarebbero salvati se il Cesena (colpevole di plusvalenze false insieme al Chievo Verona) fosse stato penalizzato nella stagione scorsa, prima di fallire. Insomma, un rebus quasi indecifrabile.

Neanche il tempo di godersi l’elezione e il neopresidente federale Gabriele Gravina deve subito fare i conti con una grana: una vera beffa per lui, che quando era alla guida della Serie C si era detto categoricamente contrario al blocco dei ripescaggi, e ora deve risolvere un problema creato da altri (ovvero: dall’ex commissario Fabbricini e dal capo della B, Mauro Balata). Il nuovo n. 1 del pallone italiano vorrebbe che la decisione, qualunque essa sia, almeno chiudesse il contenzioso una volta per tutte: e per farlo tornare al format originario a 22 potrebbe non bastare. Per questo non si può escludere nemmeno che si debba passare eccezionalmente a 24 squadre (magari con 5 retrocessioni e solo 3 promozioni dalla Serie C). L’ultimo regalo del disastroso commissariamento del Coni al calcio italiano.

Twitter: @lVendemiale