Cronaca

Mimmo Lucano, anch’io nella mia vita sono andato contro leggi ingiuste

Il 10 giugno 2015, l’Università di Torino conferiva a Umberto Eco la laurea honoris causa in Comunicazione e Cultura dei media. Nella lectio magistralis, il semiologo di fama universale disse: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.

Puntualmente se ne ha conferma ogni giorno e anche oggi sui fatti di Riace, il cui sindaco Mimmo Lucano è stato confinato agli arresti domiciliari per una serie di accuse, tra le quali “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e fraudolento affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti”. Il Gip esclude l’interesse personale, dal momento che neppure un centesimo è stato defraudato. Il sindaco ha aggirato la disciplina nazionale prevista per ottenere il permesso d’ingresso in Italia. Questi i fatti nel loro nudo scheletro. Se ha responsabilità penale risponderà con “disciplina e onore”.

Prima dell’arresto, Mimmo Lucano era un eroe per metà dell’Italia, un “buonista” pericoloso per il ministro Salvini e l’altra metà dell’Italia. Ora, dopo il “fattaccio”, lo stesso Lucano è un martire per gli idealisti puri e duri e un cretino per gli altri, anzi un profittatore e “untore” di immigrazione clandestina. Se si ascoltano i riacesi, il loro paese è stato salvato da questo uomo che, come sindaco, ne ha aperto le porte, salvandolo dalla chiusura. Dov’è il problema? La risposta è semplice: il problema è nello stato di confusione permanente in cui versa il Paese a seguito della politica dei politicanti e insieme all’opposizione di un’opposizione che non c’è. Tutti parlano, tutti sentenziano, confondendo due piani che sono, per diritto e filosofia, separati e distinti: il piano penale e il piano etico.

Un educatore, un genitore, un professore, un maestro e anche un giornalista e chi ha una coscienza critica, si collocano su un crinale: tra passato e futuro. Con un occhio devono guardare all’esistente e con l’altro devono sapere vedere le conseguenze che le leggi di oggi avranno per le generazioni future. Il politico prevede i tempi futuri e in base a questi legifera nel presente, il commediante guarda solo al presente per avere il maggior utile possibile. E le generazioni future si arrangino da sole. La storia del mondo e quella dell’Italia è piena di obiettori di coscienza che, non condividendo la legge perché ritenuta moralmente inaccettabile, si sono dichiarati disposti a pagare un prezzo anche eccessivo pur di non sottomettersi ad essa. La storia ha sempre dato ragione agli obiettori.

La legge sull’immigrazione, conosciuta come Bossi-Fini è stata un boomerang perché ha intasato i tribunali e riempito le carceri perché pretendeva il “reato di clandestinità” che la Suprema corte ha poi smontato. I progetti del nuovo governo “stello-leghista” sull’immigrazione sono solo demenziali perché hanno come scopo di cogliere il frutto caldo delle prossime elezioni europee, ma nessuna intenzione di risolvere il dramma dell’immigrazione che durerà ancora per tutto il prossimo secolo. Il solo effetto certo sarà il massimo numero di morti, perché i poveri o i perseguitati o le vittime delle guerre scapperanno sempre e nessuno li fermerà. Non si blocca uno tsunami con le mani. La storia è storia di migrazioni e insegna che chi si è opposto è stato spazzato via come un fuscello, mentre si è salvato solo chi si è immerso nell’onda migratoria, cercando di gestirla con intelligenza e con spirito collaborativo.

Coloro che gridano allo scandalo della disobbedienza alla legge da parte di Mimmo Lucano, pur nella sua abborracciata imprevidenza, dovrebbero ricordare che per legge universale, sancita nella Dichiarazione universale dei diritti umani dell’Onu (1948), assunta dall’Italia nel proprio corpus giuridico che essa all’articolo 13 dice:

1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

2. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese”.

È chiaro che questo diritto deve essere contemperato e non è assoluto. Proprio questo è il compito della legge: stabilire le modalità di attuare diritti e doveri in vista di una sana e proficua convivenza. Il governo Gigino-Salvini non solo non ottempera al suo dovere, come non lo fecero i governi che pomposamente dicevano d’ispirarsi alla sinistra (!), ma alimenta la guerra tra residenti e immigrati che non potrà non sfociare in un Armageddon finale con stragi e morti da ogni parte, in cui tutti saranno sconfitti, tranne la storia che andrà avanti nonostante gl’imbecilli.

Molte volte nella mia vita sono stato “obiettore di coscienza“: con Berlusconi quando legiferava in modo indegno e cinico per difendere solo suoi interessi e danneggiare l’Italia; con Ratzinger quando autorizzò in modo indiscriminato la “Messa in latino” per favorire i reazionari fascisti dei lefebriani (ancora oggi nella mia chiesa si disattende il motu proprio che ne legifera, sempre pronto ad andare anche in carcere per difendere un diritto di coscienza); con Renzi quando fu chiaro che il suo scopo era distruggere il Pd (missione compiuta). Oggi vediamo larga parte della base dell’ex Pd che, ispirandosi ai sacri principi di “Liberté, egalité, fraternité“, corrono dietro a Salvini osannato come un messia da strapazzo.

Preferisco la compagnia di don Virginio Colmegna della Caritas di Milano che dichiara di avere disatteso anche lui leggi ingiuste e quella di don Lorenzo Milani che con anticipo di 50 anni aveva previsto l’abisso in cui oggi siamo caduti: “Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri” (L’obbedienza non è più una virtù, 1965). Ai cristiani che non fanno una grinza, un solo consiglio: seppellite il Vangelo con rosario e presepe perché è meglio averli morti che finti.