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  1. Camere, l’elezione dei presidenti tra blitz e franchi tiratori. Ecco regole, candidati e aneddoti per seguire gli scrutini
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Politica

Camere, l’elezione dei presidenti tra blitz e franchi tiratori. Ecco regole, candidati e aneddoti per seguire gli scrutini - 2/7

Al Senato (dove presiederà Napolitano) si può decidere tutto al secondo giorno, alla Camera (che sarà guidata da Giachetti) serve sicuramente un "patto politico" tra i partiti. Ecco chi parte favorito (e quindi può essere già bruciato) e la prassi dal 1948 ad oggi

Dal quarto scrutinio serve la maggioranza assoluta
Alla Camera la convocazione è alle 11. A presiedere sarà Roberto Giachetti, del Pd, perché è il vicepresidente più anziano della legislatura precedente. La votazione avviene per schede e in modo segreto: ogni deputato passerà dentro alle consuete cabine sotto la presidenza e depositerà il voto dentro un’urna. Alla Camera si faranno tre votazioni al giorno. Nella prima votazione è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti, ovvero 420 voti. Per il secondo e terzo scrutinio serve invece il quorum dei due terzi dei votanti, contando anche le schede bianche. Per gli eventuali scrutini successivi è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti, contando pure in questo caso anche le schede bianche. Nelle ultime 6 legislature il presidente è stato eletto il giorno dopo l’inizio della seduta (4 scrutinio). Eletto il presidente, si procederà all’elezione di quattro vicepresidenti, di tre questori e di otto segretari che costituiranno – tutti insieme – l’ufficio di presidenza. Dovranno essere rappresentati tutti i gruppi.