Capitoli

  1. Nuoro capitale della cultura 2020, la candidatura dedicata alle donne che lavorano per il riscatto della Barbagia
  2. Quelle che ritornano per promuovere la cultura barbaricina
  3. L'avanguardia del Man e il nuovo font simbolo di riscatto
  4. Il qui e ora, Inoke: italiano, limba e inglese
Cultura

Il qui e ora, Inoke: italiano, limba e inglese - 4/4

La città del Nobel per la letteratura Grazia Deledda, di Salvatore Satta giurista e scrittore raffinato, del pittore Antonio Ballero e dello scultore Francesco Ciusa è tra le 31 in corsa per il riconoscimento. Ecco le storie di chi è tornato per mettere le proprie competenze a disposizione del territorio. Dalle ragazze di MarraNu alla grafica che ha inventato un nuovo font tipografico

“Ho mollato tutto dopo dieci anni di lavoro a Milano, ero art director di una rivista internazionale, prima ancora ho lavorato in una agenzia di pubblicità e in una casa editrice. Ebbene: si può fare!”. Parla con calma ed entusiasmo Federica Serra, 42 anni, studi di illustrazione e grafica a Urbino, tornata nella sua città dopo 15 anni di vita altrove. Lei, e i suoi soci di Inoke – che significa qui – ci credono. Tutti hanno vissuto all’estero per poi tornare. “Si può fare con molto amore e l’intenzione di trasferire tutte le capacità nel proprio ambiente, adattandosi ancora. Così i tuoi luoghi, “a limba” – la lingua – i messaggi visibili devono diventare fruibili a uno sguardo esterno, ma anche a uno sguardo interno”. Parla di una scelta precisa in relazione ai luoghi: “Qualsiasi posto può diventare centro, lo diventa con la tua presenza e in base al valore che gli dai”. L’impostazione del lavoro con i clienti è l’ascolto e una fitta pioggia di domande, poi il metodo: la responsabilità nel messaggio, e dell’impatto ambientale. Tra i lavori il più rappresentativo è la campagna Autunno in Barbagia del 2016 – un’iniziativa che da vent’anni coinvolge i micro paesi per tre mesi di eventi: “Siamo riusciti a isolare gli elementi ricorrenti di gioielli, vestiti e dolci: sono stati ridotti all’essenziale, scomposti e poi ricomposti. Così abbiamo posto il focus sul luogo – Barbagia – più che sul tempo –, l’autunno”. E per la prima volta hanno introdotto sa limba, il sardo, nella comunicazione: insieme – ovviamente – all’italiano e all’inglese. Una scelta dettata dalla filosofia del ritorno. Ma senza chiusure.