Capitoli

  1. Nuoro capitale della cultura 2020, la candidatura dedicata alle donne che lavorano per il riscatto della Barbagia
  2. Quelle che ritornano per promuovere la cultura barbaricina
  3. L'avanguardia del Man e il nuovo font simbolo di riscatto
  4. Il qui e ora, Inoke: italiano, limba e inglese
Cultura

L'avanguardia del Man e il nuovo font simbolo di riscatto - 3/4

La città del Nobel per la letteratura Grazia Deledda, di Salvatore Satta giurista e scrittore raffinato, del pittore Antonio Ballero e dello scultore Francesco Ciusa è tra le 31 in corsa per il riconoscimento. Ecco le storie di chi è tornato per mettere le proprie competenze a disposizione del territorio. Dalle ragazze di MarraNu alla grafica che ha inventato un nuovo font tipografico

Il Caffè Tettamanzi, “Atene sarda”

La sfida – sostenuta dal sindaco Andrea Soddu, a capo di una lista civica promossa anche dallo scrittore Marcello Fois – è proprio questa. Dall’estrema periferia dell’impero lanciare progetti e realtà di spessore internazionale. Ancorati, anche a realtà d’assoluta avanguardia, come il Man di Nuoro (il Museo d’arte della Provincia di Nuoro). Quando è tornata Sabina Era, grafica di 44 anni, era il 1995. Un periodo di assoluta transizione per il suo settore, il passaggio dall’offset al digitale. “Ho seguito una scuola di grafica ad Ancona, poi sono rimasta lì ancora qualche anno per una collaborazione con una tipografia”. Poi il rientro, folgorante. “Nel 1999 ho iniziato a lavorare al Man a fianco di una grande direttrice, Cristiana Collu. Lei aveva 27 anni, io 24. È stata un’esperienza incredibile, entrambe eravamo spericolate e audaci. Il museo era una fucina con un ritmo davvero serrato che nessuno avrebbe potuto immaginare in un contesto considerato di periferia culturale. Era l’idea giusta in un posto strano, ma di certo vincente. Lavoravo ad ogni mostra e poi c’erano letture, teatro, serate musicali, incontri. Per l’inaugurazione arrivarono artisti spagnoli, un costante filo diretto con l’Europa e grande valorizzazione dei locali”. È in questo contesto che nasce l’idea di sviluppare un nuovo font tipografico – in collaborazione con l’illustratore Angelo Monne – che sia un simbolo, un traino d’immagine: Il Macho Modular. Un progetto faticoso e costoso da adattare ovviamente al web. Creare il corsivo, creare tutti gli adattamenti possibili. Il progetto punta a ribaltare una filosofia di lavoro: “Perché molti pensano alla grafica come a qualcosa di decorativo, estetico ma in realtà è strutturale”. Punti di vista alternativi in una città ha già sviluppato meccanismi che possono dar risultati inediti.