Capitoli

  1. Nuoro capitale della cultura 2020, la candidatura dedicata alle donne che lavorano per il riscatto della Barbagia
  2. Quelle che ritornano per promuovere la cultura barbaricina
  3. L'avanguardia del Man e il nuovo font simbolo di riscatto
  4. Il qui e ora, Inoke: italiano, limba e inglese
Cultura

Nuoro capitale della cultura 2020, la candidatura dedicata alle donne che lavorano per il riscatto della Barbagia

La città del Nobel per la letteratura Grazia Deledda, di Salvatore Satta giurista e scrittore raffinato, del pittore Antonio Ballero e dello scultore Francesco Ciusa è tra le 31 in corsa per il riconoscimento. Ecco le storie di chi è tornato per mettere le proprie competenze a disposizione del territorio. Dalle ragazze di MarraNu alla grafica che ha inventato un nuovo font tipografico

MarraNu è parola di sfida. In questo caso di sfida esistenziale, di resistenza. Una parola in sardo, comprensibile in quasi tutta la Sardegna. Ed è questo il nome scelto da cinque ‘cervelli di ritorno‘ per la loro associazione culturale, nata nel 2016, anche perché contiene la sigla Nu. Che indica appunto Nuoro, l’Atene sarda, capitale della Barbagia: una città di cultura, distante da tutto ciò che nell’immaginario nazionale è la Sardegna. Ora la città del Nobel per la letteratura Grazia Deledda, di Salvatore Satta giurista e scrittore raffinato, del pittore Antonio Ballero e dello scultore Francesco Ciusa è tra le 31 candidate a capitale italiana della cultura per il 2020. Una corsa dedicata nel segno del riscatto di un territorio noto in passato soprattutto per il fenomeno del brigantaggio. E il riscatto passa per la forza delle donne barbaricine protagoniste dell’arte, della letteratura e dell’imprenditoria. Donne che spesso erano andate via e poi sono tornate, dopo aver accumulato altrove un ventaglio di esperienze di studio e professionali.