Mondo

Buon compleanno, Canada

di Pierluigi Roi

Il primo luglio si festeggia il 150imo anniversario del Canada moderno, mentre il presidente della Repubblica Mattarella visitava Vancouver, dopo un lungo tour istituzionale che lo ha portato ad Ottawa, Montreal e Toronto. L’anniversario coincide anche con la notizia che il Canada è il Paese con la più alta reputazione al mondo secondo un recente studio condotto in 55 Paesi con il Pil più alto.

Non che il Canada sia un’isola felice: mentre a Ottawa il cielo si illuminava a festa con i fuochi di artificio a poche centinaia di metri dal Parlamento un teepee, una tenda indigena, ricordava a tutti le disperate condizione delle popolazioni indigene, che protestano per le condizioni da terzo mondo in cui vive ancora gran parte della popolazione.

Ma anche il vulcanico Presidente americano Trump, nonostante i tweet negativi circa il trattato di libero scambio commerciale in nord America, ha ammesso di considerare una radicale riforma del sistema immigratorio americano basato sul modello canadese, creato con una speciale graduatoria, in base alla conoscenza linguistica, al grado di istruzione, al livello occupazionale o per legami familiari.

Solo lo scorso anno sono entrati in Canada 320mila nuovi immigrati. A Toronto, la città più popolata, la metà degli abitanti, è visible minority, minoranza visibile. Circa il 20 per cento è nato fuori dai confini nazionali, come chi vi scrive, e il governo intende aumentare ancora di più la quota immigratoria annuale.

Per tutto il resto il Presidente americano e il primo ministro canadese Justin Trudeau sono esattamente agli antipodi: uno giovane e “cool” primo ministro liberale che ha abbracciato la causa gay e femminista, che spinge per la legalizzazione della marijuana – terapeutica e non – e che ha adottato una politica immigratoria di grande apertura per i rifugiati politici di tutto il pianeta.

Trump è esattamente il contrario: non proprio giovine, autoritario, non certo femminista né amico dei gay, tantomeno dei rifugiati politici se giungono specialmente da 6 Stati: poco importa se sei una nonna o un nonno di 75 anni che non ha più nulla, ma solo ricordi. Contrariamente ai luoghi comuni della destra più populista, gli immigrati risultano estremamente laboriosi e spesso battono, per imprenditoria e obbedienza alle leggi, i colleghi nati in Canada.

Non che il Canada sia immune da atti xenofobi o di attacchi e proselitismo fra le frange radicali islamiche, ma più in generale il grado di tolleranza è molto alto e l’impressione è che il modello Canada funzioni, con il suo sistema sanitario pubblico, gli incentivi per le giovani famiglie, un tasso di disoccupazione basso.

Forse anche per questo sulla scia delle scorse elezioni presidenziali negli Stati Uniti, alcuni sondaggi evidenziavano il desiderio di molti americani di trasferirsi al nord, e alcuni di questi, clandestini e terrorizzati dalla vittoria di Trump, hanno attraversato a piedi la lunga e ghiacciata frontiera in pieno inverno. A questi il Canada ha concesso la temporanea residenza, gradino indispensabile per poter acquisire la cittadinanza canadese.

Mentre il presidente Trump, fautore di una politica isolazionista minaccia il sistema degli scambi internazionali con tariffe e dazi, sembra consolidarsi il rapporto fra Europa, quindi fra Italia e Canada alla luce del nuovo trattato commerciale Ceta.

In questo ambito la visita in aprile del presidente del Consiglio Gentiloni, la visita in Italia del primo ministro canadese Trudeau e ora la visita del Presidente Mattarella  rinsaldano i già amichevoli rapporti bilaterali.

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