Politica

Pd, Renzi prigioniero dei cancelletti (#) dell’arroganza

La vicenda della Consip, il silenzio della stampa italiana sul caso, ed il viaggio in California di Renzi mentre qui nel suo partito e nella sua famiglia accade di tutto (compresa una scissione), descrivono quali potrebbero essere le cause delle inquietudini renziane. Il familismo provinciale che possiamo osservare nelle vicende legate al mega appalto Consip segnala quella propensione alla sciatteria istituzionale che abbiamo già descritto più volte nel caso Banca Etruria.

In Puglia la formazione di un gruppo renziano politico/affaristico era cosa nota a molti osservatori e le continue scorribande di Lotti e dello stesso Renzi nella Regione, testimoniano l’esigenza di marcare il territorio mettendolo al riparo dalla supremazia di Emiliano. Perché un tipo come Russo si guadagna una segnalazione di Lotti, ed il padre di Renzi insegue Emiliano? Parliamo di una comitiva di allegri fiorentini, che a un certo punto decidono di aprire ipermercati, di consigliare affari immobiliari, di interessarsi del più grande appalto del Paese sulle forniture alla Pubblica amministrazione. Insomma, di mettere in piedi un vero e proprio “traffico di influenze”. Davvero mai termine era stato così chiaro per descrivere una condotta sicuramente inopportuna, forse, lo stabiliranno i giudici, anche illecita.

Il tutto avveniva mentre l’ex ministro dello Sviluppo Federica Guidi viveva lo stesso imbarazzo con il suo compagno e la Boschi con suo padre. E chissà quanti altri traffici a nostra insaputa sono intercorsi in settori come la sanità, le mense, il Gasdotto trans adriatico (Trans adriatic pipeline, Tap). Generalmente noi scopriamo questi fatti solo dopo l’intervento della magistratura. E’ questa è la vera anomalia italica. Un partito come il Pd doveva combattere gli atteggiamenti lobbistici e invece si svela come il fulcro di un lobbismo anche cialtrone.

I papà che partecipano a incontri con i sindaci o che siedono in consigli di amministrazione di banche; papà pensano, con la loro sola presenza, di poter direzionare affari o garantire appoggi governativi. L’imbarazzo di Renzi vale certamente un viaggio in California, lo capisco, ma un viaggio fatto con Carrai, l’amico che lo ospitava nella sua casa a Firenze e che Renzi voleva nominare a capo dei servizi di sicurezza informatici dello Stato, accresce i dubbi sulla maturità istituzionale dell’ex premier. Eppure Mattarella era stato chiaro nell’impedire la nomina di Carrai rafforzando ulteriormente il suo volere con la pretesa che la delega ai servizi segreti non andasse al Giglio magico (delega che poi Gentiloni ha tenuto per sé, ndr).

Emiliano il tipo lo ha decodificato subito qui in Puglia con la saggezza del “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. La sua diffidenza verso Renzi era dai pugliesi cosa ben nota e il rapporto tra i due logoro da sempre. I messaggi si trattengono, o perché non si sa come cancellarli per imperizia nell’uso degli smart, oppure perché i magistrati, per abitudine, sentono il puzzo di stranezza negli sms e li conservano. Renzi aveva bloccato Emiliano su WhatsApp che nella categoria relazionale dell’ex premier è la peggiore delle punizioni da infliggere a un nemico, infatti lo ha mostrato a suoi amici più volte direttamente sul suo smartphone. Sono le coltellate 4.0, che fanno il paio con gli hashtag preferiti: #stai sereno, #ciaone. Forse in California avrà trovato qualche nuova app che lo aiuti a sembrare più simpatico e autentico, ma fino ad oggi ci è sembrato ancora prigioniero nei cancelletti (#) dell’arroganza.