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Riforma Madia, via libera al nuovo Statuto del pubblico impiego. Documento unico per l’auto da giugno 2018

Il consiglio dei ministri ha esaminato in via preliminare gli ultimi cinque decreti attuativi. Ancora fantasma, intanto, quelli correttivi approvati la settimana scorsa per rimediare alla bocciatura arrivata l'anno scorso dalla Consulta. La titolare del dicastero della pubblica amministrazione: "Pronta a ricominciare un percorso formale per riaprire la stagione contrattuale" per gli statali. Piano di assunzioni per 50mila precari storici

Il nuovo Testo unico sul pubblico impiego, accompagnato dalla revisione del sistema di valutazione, dal piano straordinario di assunzioni per i precari storici e da una norma che salva i salari accessori dei dipendenti pubblici dalla spending review. Polo unico delle visite fiscali gestito dall’Inps. La revisione dei ruoli delle forze di polizia e la riorganizzazione dei corpo dei vigili del fuoco. Infine un provvedimento che sancisce la nascita del documento unico per l’auto che sostituirà certificato di proprietà e libretto di circolazione. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera preliminare (ora serve il parere delle commissioni parlamentari) a cinque decreti attuativi della riforma della pubblica amministrazione targata Marianna Madia, che così arriva al traguardo dopo numerosi e gravi intoppi. A partire dalla bocciatura di quattro provvedimenti attuativi da parte della Consulta perché il governo li aveva varati con il solo “parere” delle Regioni invece della necessaria “intesa“. Ancora fantasma, intanto, i decreti correttivi sulle partecipate e i furbetti del cartellino approvati la settimana scorsa proprio per mettere una pezza a quel buco.

Sui dipendenti pubblici “sono pronta a fare una direttiva all’Aran e, di fatto, ricominciare un percorso formale per riaprire la stagione contrattuale ferma da diversi anni”, ha detto la ministra Madia al termine del Consiglio dei ministri. Il nuovo testo unico rappresenta infatti solo il primo passo per tradurre in pratica l’accordo quadro sullo sblocco dei rinnovi contrattuali firmato lo scorso 30 novembre (che prevede aumenti medi di 85 euro mensili) e porre davvero fine a sette anni di congelamento degli stipendi. A condurre la trattativa vera e propria, per il governo, sarà appunto l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran), previa direttiva ministeriale. Al rinnovo, ha detto Madia, “andrà la parte prevalente” del fondo stanziato per la pubblica amministrazione in legge di Bilancio. E un “altro stanziamento” sarà fatto nella prossima.

Piano straordinario di assunzioni dei precari storici – Per sanare il problema del precariato nella pubblica amministrazione, il governo avvierà un piano straordinario di assunzioni attraverso concorsi interni per chi ha maturato almeno tre anni di lavoro anche non continuativo. In questo modo dovrebbero essere stabilizzati circa 50mila precari e dovrebbero scomparire i co.co.co. “In questi anni non si sono fatti concorsi per esigenze legittime dovute alla fase economica ma questo ha determinato che molto spesso nelle Pa si sono trovate persone che, su funzioni ordinarie, hanno avuto contratti reiterati di anno in anno e alla fine sono finite per trovarsi in situazioni di precariato strutturale”, ha spiegato Madia. Ora “ristabiliamo dei principi di mancata giustizia che ci sono stati nel passato e proviamo a dare delle prospettive di giustizia per chi oggi vuole lavorare nella Pa”. In questo decreto, ha proseguito, “c’è una soluzione generale che consente alle amministrazioni di assumere chi ha già fatto concorsi o di programmare concorsi con delle riserve per assumere persone non su esigenze straordinarie ma su esigenze ordinarie, su fabbisogni necessari per buona funzionalità delle amministrazioni”.

Superamento delle “gabbie” di Brunetta per l’assegnazione dei premi – E’ previsto il superamento della legge Brunetta (150 del 2009) sulle cosiddette “gabbie“, le classificazioni per l’assegnazione dei premi di produttività. Viene affidata alla contrattazione collettiva l’individuazione dei criteri e delle risorse. Tuttavia ogni amministrazione pubblica può attribuire un bonus annuale al quale concorre il personale, dirigenziale e non, cui è attribuita una valutazione di eccellenza. Per i dirigenti, il criterio di attribuzione dei premi è applicato con riferimento alla retribuzione di risultato. Il grado di soddisfazione dei cittadini e degli utenti degli uffici pubblici, in relazione alle attività e ai servizi erogati viene preso in considerazione dalle amministrazioni che ne tengono conto ai fini della valutazione della performance organizzativa dell’amministrazione. Non solo: se l’amministrazione è in rosso, i piani di rientro non potranno attingere senza limiti al plafond destinato al salario accessorio: si potrà prelevare massimo il 25% ogni anno, per tutti gli esercizi che servono.

Possibili trasferimenti entro i 50 chilometri – I dipendenti possono essere trasferiti all’interno della stessa amministrazione o, previo accordo tra le amministrazioni interessate, in altra amministrazione, in sedi collocate nel territorio dello stesso Comune o a distanza non superiore a cinquanta chilometri dalla sede cui sono adibiti. In ogni caso servirà una consultazione con le confederazioni sindacali rappresentative e l’intesa, ove necessario, in sede di Conferenza unificata.

Visite fiscali all’Inps – E’ previsto un polo unico per le visite fiscali in capo all’Inps che effettua già gli accertamenti medico-legali delle assenze per malattia del settore privato con 1.200 medici. Per armonizzare la disciplina dei settori pubblico e privato verranno stabilite le fasce orarie di reperibilità entro le quali dovranno essere effettuati i controlli. Restano incognite sulle risorse finanziarie e umane che dovranno essere incrementate, come sottolineato dai vertici dell’istituto.

Nel pacchetto anche il documento unico per l’auto. Da giugno 2018 – Il cdm ha approvato un decreto sul documento unico di circolazione “che ha una importanza strategica per il cittadino”, ha detto la Madia. “Perché oltre al libretto di circolazione bisogna avere il certificato di proprietà? Ecco, ci sarà un solo documento e quindi dal giugno 2018” arriverà “una semplificazione che percepiranno i cittadini nella loro vita quotidiana”. Prevista una tariffa unica di 35 euro per l’immatricolazione, al netto dei bolli, con risparmi che stando alla relazione tecnica vanno dai 34,20 euro per le immatricolazioni ai 18,20 per i passaggi di proprietà, che rappresentano la maggior parte delle transazioni.