Gigi D’Alessio, La prima stella
Un tempo leggere questo nome a fianco a quella della rossa passionaria avrebbe fatto storcere il naso all’intellighenzia che, vai a capire perché, vedeva nella Mannoia l’icona di una cultura alta non meglio precisata. Oggi, invece, il binomio regge perfettamente. Anzi, per chi ha sempre guardato a Sanremo per quel che è, il nome di D’Alessio, il Toto Cutugno della sua generazione, è una sorta di sollievo. Anche il pop all’acqua di rose, il trash, i testi con frasi tratte dal Bignami dei Baci Perugina ha il suo feticcio. Lui, almeno, è quel che sembra, sempre e comunque.