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Politica

“De Luca scherzava”, la giustificazione del Pd copiata da Fi. Quando assolveva sempre Berlusconi: dalla mafia al kapò - 2/8

"E' stato frainteso", "Era una battuta", "Era un paradosso", "Sapete com'è fatto": le scuse dei berlusconiani per minimizzare le uscite del leader hanno sempre indignato il centrosinistra. "Berlusconi è Berlusconi" ripetevano. Da Obama abbronzato agli attacchi a Saviano, ecco una galleria incompleta. E ora questa regola sembra applicata dai democratici non più al premier, ma al governatore

I film e i libri sulla mafia
Aprile 2010. Un grande classico della collezione Berlusconi: film come la Piovra e libri come Gomorra, sostiene fanno una brutta pubblicità all’Italia nel mondo, perché promuovono la mafia. In quei giorni Angelino Alfano, che è ministro della Giustizia, la aggiusta così: “Le parole sono importanti e i fatti altrettanto. Le parole da sole non bastano, occorre che il governo produca fatti e questo governo lo ha già fatto: ha lanciato l’antimafia delle leggi e dei fatti”. Ma il Pd reagisce, furente. “Roberto Saviano – dichiara Walter Veltroni – è uno dei protagonisti della lotta alle mafie e il presidente del consiglio del nostro Paese avrebbe il dovere di rispettarlo e non di attaccarlo e isolarlo”. “Battute di dubbio gusto” le definisce Andrea Orlando, allora responsabile Giustizia del Pd e attuale ministro guardasigilli. “E’ paradossale – aggiunge Enzo Amendola, che in quel momento è segretario del Pd in Campania e ora sottosegretario agli Esteri – Gli consigliamo di leggersi le affermazioni di esponenti del mondo criminale campano. Hanno usato spesso frasi similari alle sue” . “Da un premier – conclude quel giorno Amendola – ci si aspetterebbe un grazie a chi, come Saviano, ha messo la lotta alla camorra al centro dell’impegno e delle politiche e dell’impegno della società civile”.

Nota a margine. Cinque anni dopo, in tarda primavera, De Luca ha detto di Saviano che “in qualche momento sembra che abbia bisogno di inventarsela la camorra anche dove non c’è, altrimenti rimane disoccupato”. Lo scrittore rispose che gli pareva di essere tornato ai tempi di Berlusconi.