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Elezioni Austria: vince il buon senso, ma il baratro è dietro l’angolo

Penso che tutti gli europeisti tireranno un sospiro di sollievo. Anche in Austria è stata scongiurata la vittoria della destra estremista, grazie all’elezione del verde Alexander Van der Bellen che, al ballottaggio è riuscito a battere Norbert Hofer.

Ma, se il pericolo di avanzamento di una destra xenofoba è, per ora, scongiurato, non c’è certamente da stare sereni. La vittoria dell’esponente ambientalista è davvero risicata e mette in evidenza una crisi politica che è presente non solo in Austria, ma un po’ in tutta Europa. Il fenomeno dell’immigrazione. Gestito malissimo dall’Europa, sta alimentando fortemente le derive estremiste e nazionaliste, mettendo a serio rischio proprio l’unitarietà continentale. Già in Francia, nel dicembre scorso era giunto un chiaro ed inequivocabile segnale allarmante, ma sembra che la politica europea sottovaluti questi forti indicatori che nulla di buono promettono per il futuro.

Gli estremismi del passato possono tornare e trovano linfa proprio quando non si attuano politiche serie di programmazione e gestione dei flussi migratori; un esempio lo vediamo proprio noi, qui in zona Brennero, dove l’Austria sta ripristinando i confini per fermare i flussi migratori provenienti dall’Italia, prevaricando tutti i concordati in atto con l’Europa e con l’Italia stessa.

Ora, di fronte a questa vittoria di un Verde, certamente non prevista qualche mese fa, speriamo che si avvii un percorso serio di analisi e di mutuo aiuto tra le nazioni componenti di ciò che si chiama Unione Europea. Per chi, come me, viene dal mondo ambientalista e ha, nel recente passato, anche rivestito cariche rappresentative proprio del partito dei Verdi, è chiaramente un momento di relativa soddisfazione nel vedere che un esponente dei Grunen (Verdi) è salito sullo scranno più alto di un paese importante come l’Austria. Va da sé che nel mondo tedesco i Grunen (Verdi) sono molto più presenti e godono di notevole considerazione rispetto ai partiti ambientalisti del sud Europa, come Italia o Spagna per esempio. Nei paesi del nord Europa c’è un’attenzione maggiore alle politiche ambientali e alle energie da fonti rinnovabili e questo l’ho toccato con mano avendo avuto, nel passato, la possibilità di avere contatti lavorativi in Germania.

Qui in Italia, purtroppo, spesso i movimenti ambientalisti sono visti come fonti di ostacoli per investimenti che ormai non hanno più nulla di sostenibile; si oppongo alle costruzioni assurdesi oppongono al nucleare, lottano per la salute pubblica, ma non riescono a trovare spazio politico.

Ma, in Austria, ha vinto un Verde, che speriamo possa portare anche un vento nuovo di speranza per un’Europa più umana, più aperta, più disponibile a mettere in pratica quella solidarietà e mutualità tra i popoli che la compongono che pare davvero così lontana. Se, da una parte, un vento di tempesta ogni tanto soffia, dall’altra vi è anche una brezza gentile che soffia sull’Europa; una brezza verde, leggera, che porta aria fresca e nuova per un’Europa o almeno una parte di essa, che, in questo  momento, pare disorientata e sempre più arroccata su pericolosi nazionalismi ed estremismi che riportano la memoria a tempi cupi del ventennio nazi-fascista. Se l’elezione di un Verde in Austria è un segnale di speranza, speriamo che lo sappia cogliere anche la politica europea.