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Brasile, Dilma o non Dilma il paese farà fatica a crescere davvero

Alla fine l’hanno fatta fuori. Per diversi mesi molti brasiliani (di sicuro non tutti) sono stati incollati ai televisori e alle radio all’ora del fatidico giornale nazionale serale. Una buona percentuale di occhi e orecchie brasiliane a quell’ora non percepisce altro. Credo che pochi ci abbiano capito qualcosa. Forse grandi esperti di politica avranno una spiegazione, ma la situazione è così ingarbugliata da non permettere a normali cittadini di farsi un’idea ragionevole di cosa stia accadendo in Brasile.

Dilma grida al Golpe. Dice di essere innocente sul piano giuridico e che al massimo può aver commesso degli errori. D’altra parte il teatrino scandaloso (intercettato) per proteggere il suo amico Lula è stato integralmente pubblicato. Sarà stata forse una scorrettezza, ma i fatti sono lì comunque. Il suo comportamento lascia spesso a desiderare, come ad esempio quando il day after della terribile inondazione nel Minas Gerais (uno dei più grandi disastri della storia, passato quasi sotto silenzio a livello internazionale) non si è nemmeno peritata di scendere a mettere i piedi nella melma insieme al suo popolo, limitandosi a sorvolare la zona in elicottero. Mediaticamente non è un granché. Ha un brutto modo di parlare e persino di camminare, è grossolana e spesso arrogante nel porsi.

D’altra parte durante la sua presenza come Presidente nei primi anni l’economia ha iniziato a prosperare. Non tutti pensano che la crisi che piega il Brasile da qualche anno sia da imputare solo al governo. E oggettivamente la situazione del paese negli ultimi 20 anni è migliorata sotto vari aspetti. Non in tutto di sicuro e molte cose sono addirittura peggiorate, come ad esempio la perdita di identità culturali, abbandono e violenza sul piano sociale. Ma non c’è più la miseria materiale di un tempo.

Poi continua a fare effetto, su molta gente, il fatto che sia stata torturata da ragazza al tempo della dittatura. Sull’immaginario popolare questa faccenda ha una presa enorme (anche all’estero), come se essere torturati desse garanzie riguardo la competenza nel dirigere una nazione. In sostanza molti credono che sia una comunista dura e pura che ama il popolo. Anche su questo, d’altra parte, non ci sono affatto garanzie che non sia vero.

Di fatto i suoi sostenitori hanno finito persino con lo scontrarsi con la polizia. La tensione è alta. Dilma invita all’azione, dicendo di essere vittima di Golpe. La gente pensa che Temer, che la sostituisce, non è che sia una meraviglia, anzi. La gestione del paese potrebbe comunque oggettivamente peggiorare di più.

Dall’altra parte chi è contro Dilma è fortemente manipolato. Si tratta di un gruppo eterogeneo che annovera studenti, lavoratori, esponenti di destra, manager e imprenditori che si sono visti danneggiare dalla sua gestione spesso per ragioni diametralmente opposte. La protesta sembra essere effettivamente “diretta”. La gente viene invitata all’azione dal movimento “Vem pra rua” (Scendi in strada) con spot pubblicitari (costosi) realizzati magistralmente da abili agenzie di San Paolo. Spot che giocano sapientemente su emozioni condivisibili obiettivamente da moltissime persone.

Così che la protesta potrebbe coinvolgere persone catturate emotivamente, ma che non hanno affatto una chiara idea della reale situazione politica ed economica. Insomma, come detto in apertura una situazione ingarbugliata difficile da dirimere, che lascia molti dubbi su quale sia il reale stato di cose.

A questo c’è da aggiungere che, se si arrivasse a elezioni, non c’è nessuna proposta davvero forte che possa dare speranze di cambiamento, anche se sta facendo di nuovo capolino Marina Silva, leader del movimento ambientalista. Tutto questo in un paese in difficoltà economiche, con una società in gran parte sbandata e con l’appuntamento mondiale delle Olimpiadi alle porte.

Probabilmente l’evento olimpico creerà una breccia nella disinformazione a livello internazionale e forse questo potrebbe servire al paese, magari in qualche modo costretto a un confronto con altri. Diversamente credo rimarrà difficile anche per gli esperti fare previsioni persino a breve e medio termine. In sostanza Dilma o non Dilma sembrerebbe cambiare poco riguardo la endemica instabilità di un paese che dovrà fare uno sforzo enorme, prima di tutto sul piano culturale e sociale, per crescere davvero.