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Attualità

La fenomenologia del porno e il declino del sesso esibito - 2/6

Anni fa, le edicole furono sommerse da riviste che in una decina d’anni ebbero una trasformazione assolutamente radicale. Oggi i filmati pornografici circolanti in rete superano i 5.000.000

Metà 60, primi 70. E tutto cambiò

Sull’onda dell’edizione italiana del prestigioso Playboy americano, che si veniva curiosamente a intrecciare con quella di uno dei generi dei generi allora più diffusi, fotoromanzo, e il fumetto, iniziano a apparire le prime riviste “per adulti”. Diabolik delle sorelle Giussani era “per adulti”: troppo corta la gonna di Eva Kant, e troppo libertino il bacio finale che suggellava ogni episodio dei due aristocratici, Bonnie and Clyde. Vi fu ad esempio un fotoromanzo, Supersex, che iniziò le sue pubblicazioni in veste di mitigato “fotoromanzo sexy” fino a diventare, nel giro di pochi anni esplicitamente porno. L’eroe di cui si narravano le gesta (il mitico attore francese Gabriel Pontello, che si vantava di usare un protoviagra fatto di otto uova sbattute al giorno) era un’astronauta disceso sulla Terra che faceva l’investigatore. Dotato di uno sguardo erotizzante, bastava guardasse negli occhi qualunque donna gli aggradasse per renderla sua. Il suo grido d’orgasmo, “Ifix tcen tcen” proverbiale. Ma vi fu, innanzitutto, Le Ore.