La nuova skyline è il complemento estetico di un cambiamento più profondo. Sociale, culturale, imprenditoriale, fatto (soprattutto) dalla generazione under 40, che ha vissuto la crisi e non la Milano da bere. E complici la vetrina dell'Esposizione universale e l'attributo di "capitale morale", per Le Monde si parla di "miracolo a Milano"
Al di là del mondo del business not for profit, orientato alla relazione, Rapaccini nota il bisogno di una socialità più diffusa, che si esprime in progetti e sfumature. Si va dalla riqualificazione non speculativa anche delle periferie a Fablab di sperimentazione con stampanti in 3D. E nel ritorno della musica dal vivo, che tra anni Novanta e Duemila “era stata sostituita dal download e da Napster”, e che interessa tutti, “dallo studente al 50enne”. Poi prendono piede anche nuovi format innovativi di intrattenimento “che mai avremmo potuto di potere importare in Italia fino a cinque anni fa, anche se in Usa e Uk già funzionavano”. Come ad esempio il “5 x 15, dove gli spettatori pagano un biglietto per sentire racconti di vita di cinque persone, più o meno sconosciute, che hanno qualcosa da dire. Rimangono lì, pop corn in mano, e per 15 minuti ciascuno li stanno a sentire”. Che Milano abbia perso la sua patina di “città fredda”? “Fredda? – conclude Rapaccini – Io sono umbro, e in questa città è difficile trovare milanesi doc. Milano ha sempre dimostrato grande apertura economica, sociale e culturale. E’ l’unica città in Italia che non ha paura di affrontare la differenza. Oggi non è più accogliente. Lo è sempre stata. E non è l’effetto del movimento arancione di Pisapia”.
Questo è il primo di una serie di articoli dedicati alla rinascita di Milano, dalla vita notturna ai nuovi spazi di aggregazione.