Cronaca

Ntv, i treni Italo in crisi fanno marcia indietro: meno lusso, più tratte low cost

La compagnia di Della Valle & soci intende comprare nuovi convogli non ad alta velocità pensati per una clientela più popolare. Per coprire la spesa è in programma un aumento di capitale da 100 milioni che potrebbe vedere Generali e i fondatori Montezemolo, Della Valle e Punzo ridurre il proprio impegno nel capitale, al contrario di Banca Intesa

Nel tentativo di risalire la china dopo le batoste economiche e finanziarie prese negli ultimi 7 anni, Ntv-Nuovo Trasporto Viaggiatori, la prima compagnia ferroviaria privata italiana, cerca a fatica di cambiare pelle. Qualche tempo fa ha regolato i rapporti con i sindacati raggiungendo un faticoso accordo che prevede la solidarietà (leggi riduzione dello stipendio) per 2 anni per tutti i circa 900 dipendenti. E ora, non potendo dire addio dall’oggi al domani alla scelta di puntare tutto sull’Alta velocità fatta quando l’azienda era in mano a Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle e che si è dimostrata perdente, il nuovo amministratore Flavio Cattaneo e Banca Intesa che sempre più allunga le sue mani sulla guida della compagnia si aggrappano al low cost. Provando a delineare un profilo più realistico e meno ambizioso dell’azienda. Ridimensionando l’extralusso collegato all’Alta velocità e ai treni di design e rivestiti in pelle, per capirci, andando alla ricerca di nuove fasce di clientela più popolare e meno pretenziosa. In sintonia con una crisi economica generale che ha investito Ntv in pieno e che non accenna a diminuire.

Dopo anni di passione non è detto che il nuovo corso non abbia successo considerando che i diretti concorrenti, le Fs pubbliche guidate da Michele Elia, non brillano affatto in quella enorme area commerciale che coinvolge milioni di clienti che si rivolgono ai treni non ad Alta velocità e a quelli sulle lunghe percorrenze. I segnali del cambiamento di indirizzo di Ntv sono soprattutto due. Primo: la sensibile limatura del prezzo dei biglietti sui 25 convogli dedicati all’Alta velocità, cercando disperatamente di tenere testa alla politica aggressiva delle Ferrovie pubbliche con le Freccerosse. Secondo: l’acquisto di nuovi treni non ad alta velocità, quindi da 200 all’ora al massimo, pensati proprio per una clientela diversa da quella inutilmente rincorsa in questi anni.

I convogli che Ntv intende acquistare sono almeno 7 e forse 9. Una decisione definitiva ancora non c’è, perché l’argomento non è stato ancora formalmente portato all’esame del consiglio, anche se la decisione è di fatto già assunta. I dirigenti della compagnia hanno preso contatti con i maggiori produttori europei, che sono sempre gli stessi: l’italiana Ansaldo, la francese Alstom e Bombardier che è canadese, ma con una forte presenza nel vecchio continente. All’inizio avevano pensato anche di acquisire dopo un’adeguata risistemata, quei treni Ansaldo costruiti per le ferrovie olandesi e che queste ultime rifiutarono considerandoli pieni di difetti. Poi strada facendo hanno abbandonato l’idea.

Il prezzo di ogni singolo treno dovrebbe aggirarsi intorno ai 20 milioni di euro, quindi dovrebbero costare meno degli Alstom Agv comprati 8 anni fa a 24 milioni l’uno per un investimento complessivo di oltre 600 milioni di euro. I nuovi treni dovrebbero essere impiegati sulla tratta Milano-Venezia, sulla Milano-Genova, tra Roma e Verona e sulla direttrice adriatica. L’acquisto dei convogli è collegato alle decisioni formali del consiglio di amministrazione e a quelle dell’assemblea dei soci prevista per la fine del mese. Per affrontare la spesa è in programma un aumento di capitale da 100 milioni, una prima tranche di 60 e il resto in un secondo momento. E’ possibile che in questo contesto cambino anche i rapporti di forza tra gli azionisti. E’ noto che Generali, che oggi possiede il 15 per cento, non considera più strategico l’investimento in Ntv e che Montezemolo, Della Valle e Gianni Punzo, che insieme detengono il 33 per cento, sono intenzionati a diminuire il loro impegno, seguiti su questa strada dai francesi di Sncf che ora hanno il 20. A crescere sarebbe soprattutto Banca Intesa. Una quota azionaria è stata acquistata anche dal nuovo amministratore Cattaneo.