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Luxottica, indagato per dichiarazione infedele ex ad Guerra. Consigliere di Renzi

La Procura di Belluno ha concluso le indagini avviate nel 2013 sui prezzi dei trasferimenti di beni e servizi tra le filiali. L'ipotesi investigativa è che tra 2007 e 2012 il gruppo dell'occhialeria abbia eluso circa 300 milioni di euro. Sette i manager coinvolti, mentre l'azienda fondata da Leonardo Del Vecchio ha chiuso il contenzioso con il fisco versando 300 milioni

Andrea Guerra, ex amministratore delegato di Luxottica, oggi consigliere strategico del premier Matteo Renzi e in predicato per la guida di Eataly, è indagato dalla procura di Belluno per dichiarazione infedele, nell’ambito di un’inchiesta sui prezzi dei trasferimenti di beni e servizi tra le filiali del gruppo dell’occhialeria. Insieme all’ex numero uno hanno ricevuto la notifica di conclusione delle indagini altri sei manager di Luxottica: Enrico Cavatorta, che lo scorso anno ha guidato l’azienda per un mese prima di lasciare per dissidi con il patron Leonardo Del Vecchio, Paola De Martini, Marco Vendramini, Enrico Mistron, Omar Pilotto e Andrea Cecchet.

Le indagini dei pm bellunesi, partite nel 2013, si sono concentrate sul “transfer pricing” all’interno del gruppo, cioè appunto i prezzi a cui le diverse società si scambiavano prodotti e servizi. Un aspetto che finisce di frequente nel mirino del fisco perché può essere usato per “spostare” redditi imponibili nei Paesi in cui la tassazione è più bassa. Nel caso di Luxottica, l’ipotesi investigativa è che tra 2007 e 2012 il gruppo, applicando alle compravendite prezzi non corretti, abbia eluso circa 300 milioni di euro, di cui 75 per il solo 2007, 44 per il 2008 e 22 per il 2011.

L’azienda di Agordo, come risulta dagli ultimi bilanci, dopo le contestazioni della Guardia di Finanza ha scelto di chiudere il contenzioso amministrativo con il fisco pagando in totale circa 130 milioni, pur rivendicando di aver “sempre agito nel rispetto della legge e in assenza di ogni strumentalizzazione fiscale” e spiegando di aver deciso di aderire “nella consapevolezza che la materia oggetto della contestazione è di natura esclusivamente valutativa” e “si presta pertanto a divergenti posizioni che non sono facilmente risolvibili nell’ambito di un procedimento contenzioso, se non a scapito di lunghe, defatiganti e costose iniziative difensive con un esito inevitabilmente incerto“. L’iter penale però prosegue. Di qui l’indagine a carico dei manager. Gli atti saranno trasmessi ora alle parti perché possano esprimere le proprie ragioni e al giudice per le indagini preliminari che dovrà entrare nel merito con l’archiviazione o l’eventuale rinvio a giudizio.

Guerra, chiamato a Palazzo Chigi lo scorso dicembre per seguire da vicino i dossier Ilva, banche popolaribad bank e banda larga, come rivelato da Il Fatto Quotidiano si appresta a diventare amministratore delegato del gruppo fondato da Oscar Farinetti, sostenitore della prima ora del premier. Di Farinetti, del resto, Guerra è già socio dallo scorso febbraio nella scuola Holden.