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Sopaf, Giorgio e Luca Magnoni verso il patteggiamento dopo l’ok della Procura

L’istanza dovrà passare il vaglio dei giudici della prima sezione penale del Tribunale alla prossima udienza del processo fissata per il 12 marzo. Per i due finanzieri lo scorso dicembre era stato disposto il giudizio immediato. I due erano stati arrestati nel maggio del 2014, assieme ad altre cinque persone

Giorgio Magnoni e il figlio Luca hanno trovato l’accordo con il pm di Milano Gaetano Ruta, titolare dell’inchiesta su Sopaf, per una proposta di patteggiamento rispettivamente a 4 anni e mezzo e 3 anni e mezzo di carcere. L’istanza dovrà passare il vaglio dei giudici della prima sezione penale del Tribunale alla prossima udienza del processo fissata per il 12 marzo.

Per Giorgio e Luca Magnoni, padre e figlio a capo della finanziaria milanese, lo scorso dicembre era stato disposto il giudizio immediato. I due erano stati arrestati nel maggio del 2014, assieme ad altre cinque persone.

I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, truffa ai danni dell’Inpgi, della Cassa nazionale di previdenza e assistenza dei ragionieri e periti commerciali e dell’Empam (medici), appropriazione indebita e frode fiscale. In una tranche, ancora aperta, del procedimento sulla holding Sopaf è indagato anche il presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese che ha sempre respinto le accuse ed era stato arrestato il presidente della Cassa dei ragionieri, Paolo Saltarelli. 

Per la Procura di Milano i Magnoni, vicini a personaggi di spicco della finanza, hanno utilizzato Sopaf come un bancomat prelevando indebitamente almeno un centinaio di milioni. Senza contare il frutto illecito delle operazioni finanziarie perpetrate a danno della Cassa dei ragionieri (Cnpr), dell’Istituto nazionale previdenza giornalisti (Inpgi) e della Cassa dei medici, Enpam.