Cinema

Addio al linguaggio, Jean-Luc Godard e la forza rivoluzionaria dei segni

Il regista parigino ha presentato la sua ultima fatica, interamente girata in 3D, allo scorso Festival di Cannes vincendo poi il Premio della giuria. Ecco il trailer in esclusiva per il Fatto.it

“Tutti abbiamo bisogno di un interprete per capire ciò che esce dalla nostra stessa bocca”, così si potrebbe riassumere l’ultimo film di Jean-Luc Godard, come lui stesso ha voluto definirlo con il titolo: Adieu au langage – Addio al linguaggio. È la “forza rivoluzionaria dei segni” a parlare, come afferma il regista parigino, che ha presentato la sua ultima fatica, interamente girata in 3D, allo scorso Festival di Cannes, dove era stato selezionato per la Palma d’Oro nella sezione principale, vincendo poi il Premio della giuria ex aequo con il film di Xavier Dolan, Mommy.

Interamente girata in 3D la pellicola era stata selezionata per la Palma d’Oro vincendo poi il Premio della giuria ex aequo con il film di Xavier Dolan Mommy

Interpretato da Héloise Godet, Jessica Erickson, Richard Chevallier e Zoé Bruneau, il film racconta l’incontro tra una donna sposata e un uomo solo. L’iniziale innamoramento, il reciproco sostegno e infine, l’inevitabile scontro, il tutto seguito dagli occhi di un cane, Roxy, vero protagonista della pellicola, rincorso dalla cinepresa nel suo vagabondare tra città e campagna. Passato diverso tempo l’uomo e la donna si incontreranno nuovamente e questa volta sarà presente anche l’animale, che seguirà la storia fino alla fine. È come se iniziasse un secondo film, scandito dal susseguirsi di due cartelli diversi, la Natura e la Metafora, con lo stesso tono del precedente, passando però dalla narrazione al puro stile metaforico, lasciando spazio a conversazioni surreali tra persone che parlano della caduta del dollaro, della verità della matematica e della morte di un pettirosso.

Interpretato da Héloise Godet, Jessica Erickson, Richard Chevallier e Zoé Bruneau, il film racconta l’incontro tra una donna sposata e un uomo solo

Adieu au langage è un oggetto artistico non ben identificato, più facilmente accostabile a un’installazione di video-arte piuttosto che a un lungometraggio da far approdare in sala. Ma a produrre l’opera e a distribuirla è Vincent Maravat con la sua Wild Bunch, la stessa casa dietro film coraggiosi e difficilmente adatti a un grande pubblico, che ha fatto uscire il lungometraggio nelle sale francesi il 28 maggio scorso e che, insieme alla Bim, lo renderà disponibile al cinema anche per il pubblico italiano, dal prossimo 20 novembre. Godard, a Cannes, non era nemmeno presente, come da anni ha abituato la stampa e i fan, non apparendo più in pubblico neanche per presentare i suoi film. Vedremo se gli spettatori saranno all’altezza di un lavoro così complesso, realizzato da uno degli esponenti più importanti della Nouvelle Vague, che da sempre si è messo in gioco innovando il linguaggio del proprio cinema, durante tutto il corso della sua prolifica carriera.

Guarda il trailer in esclusiva per il Fatto.it