Economia

Draghi: “Mille miliardi per far ripartire l’economia”. Ma finanza e Germania lo attaccano

Il governatore della Bce illustra il piano di acquisto di obbligazioni garantite e titoli cartolarizzati che partirà a metà mese. E includerà Paesi "spazzatura" come Grecia e Cipro. Ma ai mercati non basta e gli avvoltoi affondano le Borse europee, Milano in testa (-3,9%), mentre Berlino attacca: "L'Eurotower non sia bad bank d'europa"

Fino a 1.000 miliardi di euro di liquidità immessa sul mercato. E’ questa la potenza di fuoco che la Banca centrale europea metterà in campo a breve per risollevare l’inflazione, favorire l’offerta di credito e in ultima analisi far ripartire la crescita. Il presidente della Bce Mario Draghi lo ha annunciato nel suo discorso al termine del consiglio direttivo dell’Eurotower che si è svolto giovedì a Napoli: Francoforte darà il via agli acquisti di covered bond (obbligazioni garantite) da metà ottobre e a quelli di Abs (titoli cartolarizzati) nel quarto trimestre. “Questi acquisti dovrebbero rinforzare i tassi d’interesse”, ha spiegato Draghi, precisando appunto che il valore potenziale massimo dell’operazione sarà di 1.000 miliardi di euro e il metro per valutare se varare nuove misure “non convenzionali” saranno le aspettative d’inflazione “nei prossimi mesi, non anni”. Quindi, nonostante le banche non abbiano partecipato in modo massiccio alla prima maxi asta di liquidità a loro riservata (Tltro), la Bce è sì pronta a prendere in considerazione altre mosse, ma non nel breve periodo. Anche perché, ha ricordato il presidente, Francoforte ha fatto la sua parte e ora sta agli istituti di credito fare la loro: “Abbiamo portato i tassi a zero, ora è necessario che le banche trasferiscano queste condizioni alle imprese e famiglie”. Cioè prestino il denaro alle stesse condizioni ricevute dalla Bce.

LA FINANZA CERCA DI FORZARE LA MANO A DRAGHI – Sui mercati, però, serpeggia un forte nervosismo e gli annunci di Draghi non sono bastati ai signori della finanza, tanto che le borse europee sono sprofondate nel rosso. A partire da Milano che ha chiuso la giornata con un crollo del 3,9 per cento seguita da Lisbona (-3,3%), Madrid (-3,12%), Amsterdam (-2,54%), Parigi (-2,81%) e Francoforte (-1,99%). Colpa di “mani forti” secondo l’agenzia Ansa, che ha citato fonti delle “sale operative” in base alle quali a causare il tracollo delle borse è stata l’entrata in azione di fondi speculativi che hanno forzato il listino al ribasso agendo sul future sull’indice. Gli operatori, spiega l’agenzia di stampa, si attendevano toni più decisi sugli Abs e su un eventuale “vero” programma di quantitative easing (acquisto di titoli di Stato) simile a quello messo in campo dalla Fed statunitense e ora in fase di esaurimento. Da qui la reazione che viene dunque letta come un tentativo di forzare la mano a Francoforte. Arrivata proprio mentre la Bce è messa nuovamente sotto accusa dai “falchi” tedeschi, per i quali al contrario, il piano Draghi è già ben oltre il mandato della Banca centrale europea. Tanto più che lo stesso governatore ha confermato nel corso del suo discorso che l’Eurotower ammetterà agli acquisti anche prodotti con una valutazione del merito di credito (rating) ad alto rischio o, come si dice in gergo, “spazzatura”. Come quelli emessi da istituzioni finanziari di Grecia, Cipro o altri Paesi che potrebbero in futuro non avere un rating entro la fascia di “sicurezza”.

I TEDESCHI: “DRAGHI TRASFORMA LA BCE NELLA BAD BANK D’EUROPA” – A poco vale che Draghi abbia precisato che i titoli spazzatura, già stigmatizzati dalla stampa tedesca in mattinata, saranno ammessi al programma di acquisto attraverso “specifiche misure per la riduzione del rischio” e che “vogliamo essere più inclusivi possibili, ma con cautela”. D’altronde “ci sono una serie di misure che attenuano rischi per gli acquisti in questi Paesi così che siano risk-equivalent”, cioè che abbiano un livello di rischio equivalente a quelli degli altri Stati.  Secondo il presidente dell’istituto di statistica berlinese Ifo, Hans-Werner Sinn – lo stesso che qualche giorno fa aveva chiesto al governo di Angela Merkel di intervenire per fermare il programma di acquisti avversato anche dal governatore della Bundesbank Jens Weidmann – comprando titoli spazzatura “la Bce si trasformerà completamente in un’autorità di bail-out (salvataggio, ndr) e nella bad bank d’Europa”. Cioè la lavatrice comunitaria di tutti i crediti non più riscuotibili dalle banche di Paesi in difficoltà. Non solo: per Sinn “l’acquisto di tali attività rischiose non è consentito sotto il mandato della Bce e secondo il governo tedesco la Corte Costituzionale tedesca ha l’obbligo di opporsi a operazioni simili, vale a dire operazioni che oltrepassano il mandato. Se non riesce a farlo, ogni cittadino tedesco può presentare ricorso dinanzi alla Corte per costringerla ad agire”.

Per il settimanale tedesco Spiegel on line, poi, “il piano” di Draghi “è più un atto di disperazione” e un tentativo di arginare la stretta del credito. Citando i rischi assunti così dalla Banca centrale europea, quindi, il settimanale solleva il dubbio che queste misure possano essere efficaci: “Ma davvero le banche deboli inizieranno a concedere più crediti, se la Bce si accolla un paio di pesi? O manca anche la domanda del credito da parte delle imprese sofferenti?”. Infine la stoccata più dura: “Anche Mario Draghi sembra sapere che senza politica nulla può andar bene – continua l’analisi -. E così suona quasi disperato il continuo appello ai governi, perché affrontino i problemi dell’eurozona. Senza fare nomi, Draghi ammonisce Spagna e Grecia affinché non arretrino dalle riforme messe a punto, sollecita stati come Francia e Italia a farne finalmente qualcuna. E chiede alla Germania di spendere un po’ più di soldi, per rafforzare la domanda europea. Ma raramente trova ascolto”.  E qui, nel braccio di ferro con i tedeschi, sta il nodo secondo Claudia Segre, segretario generale di Assiom Forex, l’associazione degli operatori finanziari: “Ci aspettavamo toni più forti e maggiori specifiche ‘numeriche’ – ha detto all’Ansa – La sensazione è che il braccio di ferro tra la Bundesbank e la Bce abbia creato un impasse politico che frena la Bce sul quantitative easing. Oggi c’è stata delusione, non piace la posizione attendista che traspare dal discorso di Draghi”.

IL PROGRAMMA DI ACQUISTI BIENNALE – Nel dettaglio il programma di acquisto di Asset backed securities e covered bond durerà “almeno due anni“. Per il resto il “sistema di garanzie dell’eurosistema è principio guida per l’ammissibilità delle attività per l’acquisto” e, sottolinea l’Eurotower, le operazioni “sosterranno il credito all’economia reale”. Tanto più che, ha ricordato Draghi, gli ultimi dati macroeconomici “indicano un indebolimento del ritmo di crescita” e “nel 2015 si dovrebbe registrare una ripresa moderata”. Ma soprattutto, ha ribadito anche in risposta alle proteste che hanno infiammato Napoli, l’economia reale fatica a beneficiare degli effetti delle misure decise a Francoforte: “Le nostre misure per facilitare i finanziamenti arrivano in maniera dolorosamente lenta all’economia reale. Capisco i motivi della protesta, ma la colpa della crisi non è della Bce, pensare che la Bce è la colpevole della situazione attuale è un’idea che andrebbe cambiata. Quello che una banca centrale può fare è migliorare i canali di finanziamento per gli intermediatori: è il nostro compito e lo stiamo facendo molto, basta ricordare dove eravamo 3 anni fa”. Ma “certo servono altre misure”.  Per quanto riguarda gli Abs, sui mercati primari e secondari saranno acquistate solo le tranche più sicure (in gergo senior) e quelle “mediane” (mezzanine). Le senior dovranno rispondere a precisi parametri: dovranno rispettare i requisiti di collaterale previsti dalla Bce, essere denominate in euro, essere garantite contro il rischio di credito da entità non finanziarie private presenti almeno al 95% nell’Eurozona e avere un rating equivalente a BBB-/Baa3/BBBI. Salvo la deroga per gli Abs emessi da entità con rating inferiore, come quelle greche o cipriote, purché si rispettino precise garanzie.