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Gaza, regge la nuova tregua di 72 ore Israele al Cairo per riprendere i negoziati

Resiste il nuovo cessate il fuoco in vigore fino alle 24 di mercoledì 13 agosto: nessun raid israeliano né razzo di Hamas. Morto in uno scontro armato in Cisgiordania un militante 24enne di Fatah. Membro di delegazione palestinese: "L'accordo deve basarsi sullo stop del blocco a Gaza". Poca speranza da Tel Aviv: "Ci vorrebbe un mago"

Regge il nuovo cessate il fuoco proposto da Hamas su mediazione egiziana e accettato domenica da Israele. Sono ripresi al Cairo i negoziati indiretti fra israeliani e palestinesi a poche ore dall’inizio della tregua di 72 ore, in vigore dalla mezzanotte (ora locale) di domenica sera fino alla stessa ora di mercoledì 13 agosto. La delegazione israeliana, composta da quattro membri, è arrivata all’aeroporto del Cairo lunedì mattina. Prima dell’avvio dei colloqui un membro della delegazione palestinese, Bassam Salhi, si era detto ottimista: “Speriamo di raggiungere entro le 72 ore un accordo che si basi sullo stop del blocco a Gaza e sull’apertura dei valichi”. Resta invariata, quindi, la conditio sine qua non che Hamas ha sempre ribadito come vincolo per una fine del conflitto. “C’è poca speranza di raggiungere un accordo”, invece, per il ministro israeliano della sicurezza interna Yitzhak Aharonovich. “Ci vorrebbe un mago”, ha continuato il ministro, secondo cui Israele si deve aspettare una nuova escalation con Hamas al termine dell’attuale cessate il fuoco. “A mio giudizio, alla fine delle 72 ore si tornerà ai combattimenti”, ha aggiunto Aharonovich ad Ynet. Secondo fonti della delegazione palestinese, le fazioni hanno proposto a Israele un cessate il fuoco duraturo in cambio del riconoscimento di uno Stato provvisorio dei palestinesi a Gaza. Israele, però, avrebbe rifiutato. Il rappresentante di Hamas accusa gli israeliani di “tergiversare e voler solo prendere tempo”. Il conflitto in Medioriente, inoltre, sarà tra i temi di cui si discuterà martedì alla riunione “straordinaria” degli ambasciatori del Comitato politico e di sicurezza (Cops) per la “situazione di emergenza” internazionale. I colloqui sono stati convocati dall’Alto rappresentante Ue Catherine Ashton

Nella Striscia si insegue il ritorno alla normalità
Nei tre giorni di cessate il fuoco, ottenuto con la mediazione dell’Egitto, i palestinesi potranno lasciare le proprie case e gli aiuti umanitari raggiungere i quartieri di Gaza più in difficoltà. Aperto anche il valico di Kerem Shalom tra Israele e Gaza, fa sapere Tel Aviv, per permettere il passaggio di beni e merci con la Striscia. Passaggio che era stato chiuso ieri a causa del lancio di razzi di Hamas sul posto di frontiera. Lunedì mattina a Gaza gli studenti delle scuole superiori hanno riempito le strade della città per andare a ritirare i diplomi di maturità, dal momento che il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere che sono pronti. Lunghe code si sono formate agli sportelli bancomat.  

Militante Fatah ucciso in Cisgiordania
Mentre a Gaza nella notte ha retto la nuova tregua di tre giorni fra Israele e le fazioni palestinesi, un militante di Fatah, il partito del leader dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas, è stato ucciso nei pressi di Nablus, in Cisgiordania. Lo riferisce il sito israeliano Ynet, che cita fonti palestinesi. Stando a quanto riportato, Zakaria Al-akra, 24 anni, sarebbe stato ucciso in una sparatoria con le forze israeliane nella zona di Kablan dopo che i militari israeliani hanno circondato la sua abitazione.

Il nulla di fatto della prima tregua mediata dall’Egitto
La tregua ora in vigore tra Israele e Palestina è la seconda dall’inizio del conflitto: la prima, anche in quel caso di tre giorni, era cominciata martedì scorso e si era conclusa venerdì. Allora l’Egitto aveva sperato di utilizzare quel cessate il fuoco per mediare un accordo a lungo termine, ma alla scadenza i militanti hanno ripreso il lancio di razzi e Israele ha reagito. Le violenze sono proseguite nel fine settimana, anche poco prima dell’avvio della tregua. I colloqui della scorsa settimana erano crollati in parte perché Tel Aviv ha respinto la richiesta di Hamas di porre fine al blocco della Striscia attuato da Egitto e Israele. Lo Stato ebraico sostiene che l’isolamento sia necessario per evitare il traffico di armi ma il blocco ha notevolmente limitato il movimento dei palestinesi per lavoro e istruzione dentro e fuori dalla Striscia, che conta 1,8 milioni di abitanti. Ha limitato inoltre l’arrivo di beni a Gaza e bloccato tutte le esportazioni. Nella Striscia la disoccupazione supera il 50%.

Freedom Flotilla annuncia una nuova spedizione verso Gaza
Una “coalizione” di attivisti pro palestinesi provenienti da dodici paesi si è riunita a Istanbul nel fine settimana, dove ha deciso di far partire un nuovo convoglio marittimo “in seguito all’ultima aggressione israeliana su Gaza”. Lo rende noto l’organizzazione di assistenza turca Humanitarian Relief Foundation, spiegando in un comunicato che la nuova Freedom Flotilla ha l’obiettivo di rompere l’embargo israeliano su Gaza, come già tentò di fare quattro anni fa. Allora l’avanzata del convoglio marittimo, guidato dalla nave turca Mavi Marmara, fu attaccato dalla marina israeliana causando la morte di dieci cittadini turchi. L’incidente indebolì i rapporti diplomatici tra Turchia e Israele.

Onu, Commissione di inchiesta sulla violazione dei diritti umani
Il professore canadese William Schabas guiderà la Commissione di inchiesta dell’Onu sulle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale nella Striscia di Gaza. Tra i tre membri anche Amal Alamuddin, l’avvocato inglese di origine libanese, nota per le sue prossime nozze con l’attore statunitense George Clooney

Turchia: “Nei nostri ospedali possiamo curare 200 palestinesi feriti”
Quattro civili palestinesi, tre donne e un bambino, feriti a Gaza nei combattimenti fra l’esercito israeliano e i miliziani di Hamas sono arrivati ad Ankara per essere curati in ospedali turchi. Secondo il ministro degli esteri Ahmet Davutoglu, citato da Hurriyet online, altri palestinesi feriti saranno trasportati in Turchia a breve, grazie ad accordi raggiunti con Israele e con l’Egitto. Davutoglu ha precisato che la Turchia potrebbe accogliere e curare “in una prima fase” fino a 200 feriti palestinesi.