Mondiali di Calcio

Mondiali 2014, per ogni gol a Salvador piantato un “campo” di alberi nella foresta

Per ogni rete allo stadio Arena Fonte Nova il governo pianterà la Mata atlantica in un'area della foresta grande quanto un campo da calcio. E per ora ne sono state segnate ben 24. "Projeto Gol Verde" punta alla tutela di una delle più importanti riserve naturali del mondo. Un motivo in più per i tifosi per esultare

Un gol per la Foresta atlantica. I Mondiali di Brasile 2014 hanno fatto molto discutere per lo spreco di denaro pubblico, l’impatto ambientale delle grandi opere, gli sgomberi nelle favelas. Ma fra tante ombre si fa largo anche qualche luce: come ad esempio “Projeto Gol Verde“, lanciato dal Sottosegretariato di Stato agli Affari della Coppa del Mondo, che punta alla tutela di una delle più importanti riserve naturali del mondo, inserita dal 1999 all’interno del patrimonio dell’Unesco.

Il principio dell’iniziativa è molto semplice: per ogni rete segnata nelle partite che si disputano allo stadio “Arena Fonte Nova” di Salvador, nello Stato di Bahia, il governo pianterà la “Mata atlantica” (la tipica foresta pluviale costiera della zona) in un’area equivalente alla grandezza di un campo da calcio. “I tifosi locali avranno un doppio motivo per esultare al momento dei gol”, ha affermato il segretario di Stato Ney Campello. “Aver portato la questione del recupero della Foresta atlantica all’interno di un evento globale come i Mondiali di calcio è un enorme successo”, ha aggiunto Renato Carneiro, responsabile di Veracel, l’azienda che ha curato il piano di sostenibilità dell’i-mpianto.

Certo, il progetto da solo non risponde a tutte le domande sui problemi ambientali del Paese. Secondo gli ultimi censimenti, fra il 2012 e il 2013 si sono persi quasi 24mila ettari di Mata Atlantica, circa 12 volte l’intera città di San Paolo, con un incremento del 9% rispetto all’anno precedente. Del patrimonio forestale originario resta appena il 7%. E l’iniziativa varata dal governo non potrà che restituirne una parte infinitesimale, visto che un campo da calcio vale poco meno di un ettaro. E poi ci sono i silenzi sulla Foresta Amazzonica, a cui nessuno sembra aver pensato in sede di organizzazione.

A Manaus, ad esempio, capitale dello Stato di Amazonas, è stato costruito un avveniristico impianto da 42mila posti, che rischia di diventare presto una vera e propria cattedrale nel deserto. Anzi, nella foresta: alla fine del torneo, infatti, diventerà la casa del Nacional, modesta squadra di quarta serie, l’unica di un territorio senza grande tradizione calcistica ma che si è voluto coinvolgere forzatamente nell’organizzazione dei Mondiali. Ciononostante, l’iniziativa “Projeto Gol Verde” resta lodevole. E il dio del calcio ha voluto premiarla. Alla vigilia della manifestazione allo stadio di Salvador erano state assegnate sei partite. Fino ad ora ne sono state disputate cinque, e sono andate al di là di ogni più rosea aspettativa: prima il 5-1 dell’Olanda contro i campioni del mondo in carica della Spagna: poi il 4-0 della Germania sul Portogallo di Cristiano Ronaldo; quindi addirittura 5-2 fra la scatenata Francia di Karim Benzema e la SvizzeraPersino Bosnia e Iran, fra le squadre meno prolifiche del torneo, si sono scatenate nell’impianto di Salvador, dando vita ad uno spettacolare 3-1. Poi è arrivata la vittoria del Belgio sugli Stati Uniti per 2 a 1, durante gli ottavi di finale.

Cinque goleade per un totale di 24 gol, e un’incredibile media di oltre 5 gol a partita. Il bilancio, dunque, è ampiamente positivo, e ha già garantito al territorio più di 23mila nuovi alberi. E in calendario c’è ancora un altro incontro da giocare: oggi (5 luglio) il quarto di finale fra Olanda e Costa Rica. A Salvador si augurano ancora tanti gol. Per lo spettacolo dei Mondiali, ma soprattutto per dare nuova linfa alla Mata Atlantica.

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