Zonaeuro

Renzi al Parlamento europeo: a Strasburgo esportiamo chiacchiere e diversivi?

Carattere o permalosità? Il Renzi che risponde per le rime all’ottuso e petulante grammofono umano tedesco, ripetitore “a disco rotto” della giaculatoria sull’austerità che sta avvelenando l’Europa, conferma come in certe situazioni estreme il bulleggiare non stoni. Se la leadership fosse soltanto immagine, il titolare del semestre italiano a Strasburgo – rinverdendo la tradizione contradaiola toscana delle risse a battutacce per replicare a un crucco da barzelletta – avrebbe dato apprezzabile dimostrazione di forte personalità.

Sfortunatamente per gli immaginifici in carriera, la dotazione di un elevato profilo politico comprende due ulteriori qualità indispensabili (e di cui costoro sono carenti): l’ideazione e l’attuazione. In altre parole, la creatività competente, necessaria per assicurare soluzioni davvero innovative a criticità sistemiche, e la capacità realizzativa, con cui tradurre il dire in fare (e – così facendo – conquistarsi sul campo le credenziali che accreditano un caporione politico quale personalità di cui ci si può fidare).

Il primo passaggio europeo del nostro premier, sempre pronto a rintuzzare critiche moleste quanto distratto e divagante nel dare concretezza a una pirotecnia di slogan, ha fornito ennesima conferma che la nostra attuale compagine governativa è solo “chiacchiere e diversivo”. La sconfortante conferma che i nostri destini sono nelle zampette di una banda di criceti (e cricete) che corrono a perdifiato per restare sempre allo stesso punto di partenza. E il punto di partenza è quello di intercettare le più ampie messi di consensi con il reiterato “partiam partiamo”; per di più verso mete che corrispondono ai luoghi comuni topici delle peggiori banalizzazioni benpensanti: il Parlamento che costa e quindi bisogna amputarne un pezzo, le elezioni riformate in base all’assunto che hanno come unico scopo quello di far sapere in tempo reale chi ha vinto (tipo totocalcio), i consumi che ripartono grazie a una mancetta che non fa ripartire nulla, l’economia che dovrebbe decollare per decreto (ed intanto il sistema industriale è stato smantellato. Mentre affrontare il tema di come recuperare posizioni nella divisione internazionale delle specializzazioni produttive sembra questione insopportabilmente molesta). E così via.

Non per niente questi sono “comunicatori”. Nel lessico attuale, “venditori di apparenze”. Come il loro maestro e precursore Silvio Berlusconi, quando si atteggiava a possibile salvatore della Fiat proponendo la grande trovata di rinominare la “Panda” in “Ferrari Junior”. Come sappiamo, la casa torinese è finita nell’impasto di una polpetta nordamericana (vulgo hamburger). Così come tutti i problemi che ci affliggono stanno diventando polpette avvelenate. Mentre di quello che significano le tanto strombazzate entrate di capitali stranieri ci sta venendo fornita un’angosciante avvisaglia con il presunto salvataggio dell’Alitalia: la cessione di un marchio con annesse di un po’ di rotte e tanta gente a spasso. E sarà sempre così, se invece che politiche il capo dei criceti renziani e la sua tribù continueranno a propinarci soltanto trovate e battute.

C’è da dire che questi viaggi a sciacquare i panni nei canali di Strasburgo e negli affluenti del Reno smascherano icasticamente il livello parrocchiale/borgataro dei nostri sedicenti leader, l’intrinseca fumisteria del loro parlato. Una tradizione che ha come precedente l’inguardabile presidenza europea berlusconiana!

All’insegna dell’immortale “fatevi riconoscere”. Renzi che si illude di ammaliare platee più che scafate con la parlantina e mettendo agli atti un temino con la lista della spesa semestrale. Il giorno prima era arrivato in Alsazia il gitante Grillo, imbarazzante nell’andare a rimorchio del provocatore da pub Farange; tanto da confondere Beethoven con Hitler nello sproloquio su un patrimonio universale quale “l’Inno alla Gioia” (subalternità psicologica al british del borghesuccio genovese?).

In ogni caso l’esportazione di questi tirapacchi sul mercato europeo si rivela alquanto problematica. Molto più probabile che vengano resi al mittente. E continuino a dedicarsi alle altrettanto problematiche sorti del nostro presunto Bel Paese.