Politica

Renzi: “Intesa trasparente”. Grillo: “No, tu e B. siete extraparlamentari”

Il segretario del Pd: " Dopo 20 anni di chiacchiere, in un mese abbiamo il primo obiettivo a portata di mano". Il leader dei Cinque Stelle all'attacco: "La profonda sintonia con un pregiudicato al quale vengono affidate le sorti del Paese attraverso una nuova legge elettorale è un'allucinazione". Alfano al segretario del Pd e a Berlusconi: "Inserite le preferenze, no a un Parlamento di nominati". Fo: "Al limite del vomito"

Matteo Renzi ci crede e insiste. Con Silvio Berlusconi è un “accordo, trasparente e alla luce del sole”: “Sono stato eletto alle primarie percambiare le regole del gioco, per rilanciare sul lavoro, per dare un orizzonte al Pd e all’Italia. Dopo 20 anni di chiacchiere, in un mese abbiamo il primo obiettivo a portata di mano”. Beppe Grillo gli risponde con l’ironia, ma non troppo. Dice che l’incontro di ieri al Nazareno è simile a una “allucinazione”. “Non può succedere che chi è stato scaraventato fuori dalla finestra del Senato per frode fiscale dal M5S con i voti del Pd sia chiamato a fare le leggi dal Pd. Chiunque sano di mente non ci può credere. E’ un’allucinazione”. Ma poi il leader dei Cinque Stelle avverte: “Le leggi si fanno in Parlamento non in una stanza con due extraparlamentari, uno in attesa del gabbio“.

Un confronto a distanza che tale rimane. Renzi ha “corteggiato” il Movimento in più occasioni, ma dai Cinque Stelle ha ricevuto solo dei rifiuti ad ogni trattativa: “Le leggi si fanno in Parlamento”, appunto. Nel frattempo lo stesso Berlusconi pare gongolare: “Il Paese così è ingovernabile, serve il bipolarismo”. E si rivolge anche ai Cinque Stelle: “Gli elettori sono scontenti”. Qui dentro cerca spazio anche Angelino Alfano: il leader del Nuovo Centrodestra chiede a Renzi e Berlusconi di partire da un punto fermo, cioè l’inserimento delle preferenze nel sistema “pseudo-spagnolo” partorito dal confronto tra democratici e Forza Italia.

Nel pomeriggio, il segretario Pd ha fatto visita al suo predecessore Pierluigi Bersani, convalescente in ospedale a Parma. Renzi ha poi lasciato l’ospedale evitando i giornalisti, ma fonti vicine a Bersani hanno fatto sapere che l’ex segretario non ha gradito che l’incontro Renzi-Berlusconi sia avenuto nella sede nazionale del Pd. 

Il segretario del Pd: “Suggerisco a chi critica la legge di aspettare di sapere com’è”
Il leader democratico ribadisce quanto ha già detto rapidamente dopo l’incontro con il Cavaliere nella sede del Pd: “L’accordo, trasparente e alla luce del sole, è molto semplice – spiega Renzi – Si fa una legge elettorale per cui chi vince governa stabilmente senza il diritto di ricatto dei partitini: suggerisco a chi critica la legge di aspettare almeno di sapere come è fatta, io la presento domani (20 gennaio) in direzione alle 16”. Il segretario del Pd ricorda poi gli altri due punti dell’accordo con Berlusconi, e cioè la riforma del Titolo V e del Senato: “Nasce il Senato delle Autonomie: via i senatori eletti, via i loro stipendi con riduzione del numero dei parlamentari e dei costi della politica. Si cambia il titolo V, superando non solo le province ma semplificando anche il ruolo delle Regioni (energia, turismo, grandi reti): in più i consiglieri regionali riducono indennità a quelle dei sindaci e si cancellano i rimborsi-scandalo ai gruppi. Tutto questo produce un miliardo di euro di risparmio, come promesso”. Tuttavia, visto che tutto questo lo scrive su facebook, i commenti di risposta che riceve sono in maggioranza critici. E le divisioni sono anche nel partito, a sentire il duro attacco di Stefano Fassina (“Mi sono vergognato a vedere Berlusconi nella sede del partito”) e Gianni Cuperlo.

“Finalmente – prosegue Renzi – la politica passa dalle parole ai fatti. Questo accordo è oggi a portata di mano. Certo, non ci saranno più i partitini a ricattare (come è accaduto troppe volte), non ci saranno più mille parlamentari, non ci saranno più i rimborsoni dei consiglieri regionali. Però, forse, ridaremo credibilità alla politica. Per una volta facciamo ciò che abbiamo promesso. E questo – conclude – mi sembra l’unico modo per cambiare verso”.

Grillo: “La profonda sintonia con un pregiudicato è un’allucinazione”
Ma per Beppe Grillo non può essere vero: “La Profonda Sintonia con un pregiudicato al quale vengono affidate le sorti del Paese attraverso una nuova legge elettorale è un’allucinazione“.  Per il leader del Movimento Cinque Stelle quanto visto ieri al Nazareno è da non credere: “Chiunque sano di mente non ci può credere. E’ un’allucinazione. Suvvia, non può essere che il pregiudicato entri un sabato pomeriggio nella sede del Pd di Roma come se fosse Augusto portato in trionfo. Non è vero, non è vero, NON E’ VERO! Le leggi si fanno in Parlamento non in una stanza con due extraparlamentari, uno in attesa del gabbio. Ripetiamolo davanti allo specchio con gli occhi chiusi che è una fantasia malata della nostra mente e l’immagine di una democrazia trasformata in farsa e in dittatura forse scomparirà. Profonda Sintonia, Profondo Rosso, Sprofonda Italia” scrive sul suo blog.

Il déjà vu è presto spiegato. “Ieri – dice Grillo – sono riapparsi D’Alema che stringeva la mano allo statista Berlusconi della Bicamerale e Veltroni fotografato accanto all’amico Berlusconi sovrapposti a Renzie in Profonda Sintonia con il pregiudicato Berlusconi. Le allucinazioni hanno origine in assenza di una qualsiasi realtà esterna. Vediamo, udiamo, percepiamo cose che non esistono. Eppure sono presenti nella nostra mente. Le crediamo reali. Noi riteniamo possibile che Berlusconi possa esistere in una democrazia. Riteniamo che i conflitti di interesse, i suoi processi, le sue frequentazioni mafiose con personaggi come l’eroico Mangano, siano fole, balle, invenzioni. Le allucinazioni, come scritto dal neurologo Oliver Sacks, tendono ad allarmare. Spaventano. Per questo ci sono le cure. Noi, al posto degli psicofarmaci abbiamo i giornalisti. Ci tranquillizzano. Dicono che è per il bene del Paese. Quel ragno gigantesco e peloso al centro della stanza è in realtà una farfalla variopinta. Berlusconi è, di volta in volta, un riformatore, uno statista, un perseguitato. L’italiano è inerme di fronte a questo fenomeno allucinatorio che dura da vent’anni”.

Alfano: “Inserite le preferenze, no a un Parlamento di nominati”
In questo dibattito si inserisce Angelino Alfano che da una parte rivendica il merito di aver stoppato l’ok a un sistema spagnolo che avrebbe trasformato il sistema italiano da bipolare a bipartitico (com’è in Spagna, appunto). Dall’altra però lancia un appello a Renzi e Berlusconi: inserire le preferenze. La “profonda sintonia” tra segretario e Cavaliere rischia di fondarsi infatti ancora una volta su un Parlamento di nominati. “Dateci la possibilità di sceglierci il deputato – dichiara il vicepremier a In mezz’ora, su Raitre – Anche se ci fossero liste corte, sarebbero sempre liste bloccate, e occorrerebbe bussare alla porta del leader per avere il posto in lista”. Alfano ha ribadito le quattro richieste di Ncd sulla riforma elettorale. La prima è che ci sia “una indicazione chiara e diretta del leader coalizione, prima delle elezioni”; la seconda che “la coalizione abbia diritto a vivere, altrimenti avremo dei listoni di due partiti ma che continuerebbero a litigare al loro interno; quindi la coalizione dovrebbe avere un premio che assicuri la governabilità”, la cui dimensione si “compatibile con la sentenza della Corte costituzionale”. La terza richiesta ‘ “uno sbarramento vero”, intorno al 4%, che “i partiti di Casini e di Bossi sono riusciti a non superare, il che significa che è uno sbarramento vero”; la quarta richiesta è: “per favore ‘no a un Parlamento di nominati”, e quindi la preferenza e non i listini bloccati, come si ipotizza ora; “Lei – ha detto Alfano a Lucia Annunziata – scegli il consigliere comunale, il consigliere regionale, a maggio sceglierà il parlamentare europeo; per favore, dateci la possibilità di sceglierci il deputato”.

E Bersani non gradisce l’incontro nella sede del Pd. Pier Luigi Bersani non ha gradito il fatto che l’incontro fra il segretario del Pd Matteo Renzi e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi sia avvenuto nella sede del Pd. Lo rivelano fonti vicine all’ex segretario del Partito democratico al termine della visita di Renzi all’Ospedale Maggiore di Parma, durata circa tre quarti d’ora. Ospitare Berlusconi al Nazareno, avrebbe detto Bersani, sembra riaprire, dopo l’ultimo ventennio, una parentesi che sembrava chiusa. L’esercizio della leadership, avrebbe aggiunto l’ex segretario Pd, va fatto tenendo conto delle diverse sensibilità. Quanto al merito della legge elettorale discussa da Renzi e Berlusconi, Bersani avrebbe deciso di pronunciarsi soltanto dopo aver letto il testo, in base alla distanza tra la proposta di Renzi e il doppio turno, modello prediletto da Bersani stesso. 

Dario Fo: “Siamo al limite del vomito”. “Franca si sarebbe indignata”, assicura invece Dario Fo, immaginando una reazione della compagna scomparsa otto mesi fa, che fu anche senatrice dell’Idv, di fronte alla politica di oggi e all’incontro tra Renzi e Berlusconi nella sede del Pd. Il premio Nobel ha sottolineato “la mancanza di stile con l’esigenza di essere poi, a parole, aperti e democratici”. E lo rimarca nella giornata di studi che il teatro romano di Villa Torlonia ha dedicato appunto a Franca Rame. Alla vigilia dello spettacolo tratto dall’ultimo libro della compagna ‘In fuga dal Senato’, in scena al Sistina, Fo ironizza su Berlusconi senza mai nominarlo: “Che importa se questo è un ladro, se è è stato condannato, se ha nascosto soldi, se ha preso in giro i cittadini…”. E continua nello sfogo: “Mai avrei immaginato di assistere a queste cose che mi fanno dolore soprattutto perché non vedo una reazione di grido, di distanza che dovrebbe avere la popolazione. Stanno tutti a guardare, allocchiti, un po’ meravigliati. Accettano perché bisogna tirare a campa’ e questo è un po sul limite del vomito”.