Misfatto

Un tranquillo weekend di premura

Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato e domenica è sempre domenica…Mi piace aprire così, tra il sacro e il profano, citando Gesù Cristo sulle note di Gorni Kramer… non ho trovato altro modo per sottolineare quello che è successo in questo weekend che qualcuno definisce epocale. Vedremo se si confermerà tale.

Incredibile ma vero, nel giro di 48 ore è successo di tutto di più: il Parlamento ha lavorato e Napolitano si è mosso con una precisione e una tempistica impressionante: sembrava Kiefer Sutherland, il Jack Bauer della serie TV 24. Il problema (strigi stringi) era porre fine il più velocemente possibile al Governo Berlusconi, diventato ormai una sorta di ibrido tra l’Armata Brancaleone e i Gremlins per presentarsi oggi ai mercati con un nuovo look.

Ma vediamo il ruolino di marcia.

Sabato 12 novembre

Nel pomeriggio la Camera approva la legge di stabilità. Scade lo yogurt. Scilipoti e Cicchitto spiegano che i fermenti lattici sono utili per segnare sulle carte geografiche i giorni del ciclo mestruale e che lo spread si impenna per via del fatto che le mucche discutono il prezzo del fieno mentre la vocazione turistica dell’Italia bruca il Pil.

Nessuno ci ha capito niente, ma il discorso è servito a ritardare di qualche minuto le dimissioni del Premier.

A questo punto Berlusconi sale al Quirinale. Mentre va scrive poesie. La prima inizia così: “Sempre caro mi fu quest’ermo Colle…”. Poi si dimette e la folla lo contesta. Lui la evita accuratamente, utilizzando solo entrate sul retro. Pare addirittura che sia andato in bagno passando dalla fogna, dove avrebbe ricevuto il plauso di vecchi fascisti che erano ancora lì dagli anni Settanta.

I notiziari paragonano il tutto a Craxi, alle monetine e all’Hotel Raphael. Qualcuno prospetta una immediata fuga ad Antigua. Ma Berlusconi non ha mai parlato di fuga. A volte basta una vocale per confondere il sistema mediatico.

Si parla di un nuovo 25 aprile, di nuova Liberazione, si stappano bottiglie di spumante del 1994, si fa il trenino per le vie di Roma… insomma, è festa grande. Degna del miglior bunga bunga.

Intanto a Milano, in teatro, Feltri, Sallusti e Ferrara sparano le ultime cartucce-ca…ate (potremmo chiamarle ca-ca oppure cazzatucce) davanti a mille fedelissimi… Erano Mille, ma ogni paragone con Garibaldi e il Risorgimento termina con il conteggio dei presenti.

Domenica 13 novembre

La giornata si apre con il giro delle consultazioni. Le delegazioni dei partiti incontrano Monti. All’uscita rilasciano dichiarazioni. Monti non parla. Napolitano lo incarica di formare il nuovo governo. Monti non parla.

In Tv comincia la ridda delle dichiarazioni.

Rotondi parla di ribaltone, poi vede la Brambilla e parla di ribaltabili.

La Russa dice “Ci divertiremo”, evidentemente pensa di essere al Luna Park

Alfano ragiona come un elettricista: “Possiamo staccare la spina quando vogliamo”.

Poi, all’imbrunire, si rivede Berlusconi. Stavolta esce dalla porta principale. È incredibile come riesca a manifestare coraggio quando è circondato dai suoi sostenitori. Un’uscita trionfale… per me va bene qualsiasi aggettivo purché resti intatto il sostantivo.

Libero e Il Giornale oggi titolano “Non finisce qui” e “Non è finita”, che solitamente sono le frasi che grida uno che scappa. Ci mancava solo “Lei non sa chi sono io” o “Ci rivedremo a Filippi”

L’ultimo atto della farsa è il discorso agli italiani tramite il solito videomessaggio. La stessa tecnica di Bin Laden. Il filmato contiene le parole di un uomo provato, vecchio e stanco. La voce trema. Paragonandolo al video della discesa in campo del 1994, sembra di vedere Rocky 5. Una cosa tristissima…

Adesso bisogna ricostruire.

Berlusconi non è solo Berlusconi. È una mentalità, è un modo di intendere la vita, è un approccio… Al di là della politica, c’è una cultura da resettare.

E poi resta vera una cosa: “partita finisce quando arbitro fischia”.

Per adesso siamo entrati nei supplementari. Poi ci potrebbero essere i rigori….

Il che significa, tradotto, che non bastano le dimissioni. Il vero pericolo è in agguato alle prossime elezioni. Ecco perché bisogna arrivarci nel modo giusto: revisione della legge elettorale e soluzione del conflitto di interessi. Questa è la politica che serve all’Italia, al di là di quello che sarà necessario fare in risposta ai solleciti della Bce.

Fatto questo, le elezioni si potranno vincere o perdere. Ma solo vincendole si potrà cominciare a respirare… e non dimentichiamoci che scadrà il mandato di Napolitano… se pensate che Silvio intenda mollare il colpo avete sbagliato a capire. Al di là delle battute, i titoli dei giornali di famiglia di oggi sono un messaggio chiaro ai berluscones.

I prossimi sei o sette anni saranno fondamentali.

Io non mi fido.