
Il dilemma natalizio, albero artificiale o naturale? In ogni caso, attenzione alla loro composizione. Vediamo insieme i principali rischi
L’immagine è quella perfetta: lucine calde, profumo di festa, un angolo domestico che si trasforma in bosco. Ma sotto quell’apparenza incantata si nascondono aspetti che meritano attenzione, perché non tutti gli alberi di Natale, artificiali o naturali, sono completamente innocui per la salute e per l’ambiente. Non è di allarmismo, ma di conoscenza utile: sapere […]
L’immagine è quella perfetta: lucine calde, profumo di festa, un angolo domestico che si trasforma in bosco. Ma sotto quell’apparenza incantata si nascondono aspetti che meritano attenzione, perché non tutti gli alberi di Natale, artificiali o naturali, sono completamente innocui per la salute e per l’ambiente. Non è di allarmismo, ma di conoscenza utile: sapere cosa portiamo in salotto ci permette di scegliere meglio e festeggiare senza esposizioni inutili. Partiamo dagli alberi artificiali, spesso percepiti come la scelta “più pulita” perché non perdono aghi e possono essere riutilizzati per molti anni. In realtà presentano un doppio nodo critico: da un lato le sostanze impiegate nella loro produzione, dall’altro il progressivo rilascio di microplastiche nel tempo, che possono accumularsi negli ambienti domestici.
Il primo aspetto riguarda quindi le materie prime. È importante leggere con attenzione le informazioni riportate sulla scatola di acquisto, quella che solitamente conserviamo per riporre l’albero a fine feste, perché molti alberi artificiali sono realizzati in Pvc (cloruro di polivinile). Questa plastica può contenere additivi come ftalati, impiegati per rendere i rami verdi più flessibili e realistici. Si tratta di un gruppo di sostanze chimiche che vengono rilasciate nell’aria che respiriamo. Un’elevata esposizione agli ftalati è oggetto di attenzione scientifica per i possibili effetti sul sistema endocrino e sullo sviluppo dei bambini come allerta l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, tanto che l’Unione Europea ha limitato l’uso di alcuni ftalati nei giocattoli e nei prodotti per l’infanzia.
Il rischio aumenta soprattutto quando l’albero è nuovo, quando è stato conservato per mesi in cantine o garage, dove può aver accumulato polvere e residui, oppure se viene collocato vicino a fonti di calore come termosifoni o lucine. In alcuni casi la loro presenza è percepibile anche dall’odore, spesso intenso e persistente, tipico dei materiali plastici appena tolti dal packaging.
Un’ulteriore variabile riguarda la provenienza dei prodotti. Gli alberi importati da Paesi extraeuropei possono presentare maggiori criticità, perché sottoposti a controlli di filiera e limiti normativi meno stringenti rispetto a quelli previsti dalla legislazione europea sull’uso di sostanze chimiche e additivi nei materiali plastici.