
La riformulazione prevedeva che fossero sanabili tutte le tipologie di illecito previste purché non si tratti di opere abusive di proprietà di persone condannate o sulle quali non siano possibili interventi antisismici o con vincoli legati alla gestione del territorio o realizzate su monumenti nazionali
Tentato blitz della maggioranza sulla riapertura del condono edilizio del 2003. Venerdì mattina tra le riformulazioni di emendamenti parlamentari alla manovra è comparsa la riscrittura della proposta di modifica – inizialmente a prima firma Rastrelli (FdI) – sulla sanatoria. Ma alla ripresa dei lavori le opposizioni, che avevano annunciato le barricate, hanno annunciato che la […]
Tentato blitz della maggioranza sulla riapertura del condono edilizio del 2003. Venerdì mattina tra le riformulazioni di emendamenti parlamentari alla manovra è comparsa la riscrittura della proposta di modifica – inizialmente a prima firma Rastrelli (FdI) – sulla sanatoria. Ma alla ripresa dei lavori le opposizioni, che avevano annunciato le barricate, hanno annunciato che la proposta è stata ritirata.
La riformulazione prevedeva che fossero sanabili tutte le tipologie di illecito previste, dalle opere realizzate in assenza o difformità di titolo abitativo a quelle di manutenzione straordinaria, compresi restauri, purché non si tratti di opere abusive di proprietà di persone condannate o sulle quali non siano possibili interventi antisismici o con vincoli legati alla gestione del territorio o realizzate su monumenti nazionali. Sarebbe stata affidata alle Regioni l’adozione di una legge di attuazione entro 2 mesi dall’entrata in vigore della manovra.
Il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli aveva anticipato che il partito avrebbe fatto “le barricate perché venga ritirato”. Il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama, aveva ricordato come la proposta fosse stata lanciata durante la campagna per le regionali della Campania “per prendere i voti degli abusivi”. Poi la decisione della maggioranza di ritirare il testo.