
Riformulata la norma sui pagamenti da parte della Pubblica amministrazione ai professionisti con irregolarità fiscali. E spunta un anticipo della ritenuta d’acconto per le fatture tra imprese
Reduce da una crisi di governo sfiorata per un soffio, la maggioranza di centrodestra ora deve correre per chiudere entro venerdì sera l’esame degli emendamenti alla manovra in commissione Bilancio al Senato. Ma riesce a trovare il tempo per festeggiare, con esultanza degna di miglior causa, il via libera all’inutile norma che specifica come l’oro […]
Reduce da una crisi di governo sfiorata per un soffio, la maggioranza di centrodestra ora deve correre per chiudere entro venerdì sera l’esame degli emendamenti alla manovra in commissione Bilancio al Senato. Ma riesce a trovare il tempo per festeggiare, con esultanza degna di miglior causa, il via libera all’inutile norma che specifica come l’oro custodito dalla Banca d’Italia appartenga “al popolo italiano”. Intanto sono passate anche le misure su affitti brevi, dividendi e aumento della tassazione a carico delle banche, la norma che facilita le riconversioni a fini bellici e la soppressione di quella sul divieto di compensazioni. Restano sul tavolo la riapertura del condono edilizio del 2003, su cui è arrivata una nuova riformulazione di Fratelli d’Italia, il nuovo emendamento del governo che sostituisce il maxi ritirato durante la notte e l’aumento del fondo per l’editoria.
“È un momento molto importante, una mia battaglia di 11 anni”, annuncia il senatore della Lega e relatore della travagliata legge di Bilancio Claudio Borghi. “Penso che sia una delle cose più importanti di questa manovra. Riaffermare il principio” che le riserve auree gestite e detenute da via Nazionale appartengono al popolo italiano “ci riporta nella normalità”, sostiene. Non trattiene la commozione nemmeno il senatore di FdI Guido Liris, pure lui relatore della manovra. Che parla di “una grande vittoria di una battaglia storica portata avanti da Giorgia Meloni”, “un motivo di grandissimo orgoglio” anche perché “c’è stato il consenso di Lagarde“. Anche se la numero uno della Bce si è limitata a prendere atto della natura innocua della proposta dopo che nel testo sono stati inseriti dei caveat sul rispetto dei Trattati europei.
Passando alle cose serie, la commissione Bilancio ha detto sì all’emendamento riformulato dal governo secondo cui i ministeri della Difesa e delle Infrastrutture individueranno, tramite decreti, le “attività, aree e relative opere e progetti infrastrutturali per la realizzazione, l’ampliamento, la conversione, la gestione, lo sviluppo delle capacità industriali della difesa”. Obiettivo, “tutelare gli interessi essenziali della sicurezza dello Stato e di rafforzare le capacità industriali della difesa riferite alla produzione e al commercio di armi, di materiale bellico e sistemi d’arma”. Il primo caso a cui potrebbe applicarsi è l’ampliamento della fabbrica di bombe Rwm di Domusnovas, nel Sulcis, di proprietà del colosso tedesco Rheinmetall.
Via libera anche alla riformulazione della norma sui pagamenti da parte della Pubblica amministrazione ai professionisti con irregolarità fiscali. Il senatore di FdI Nicola Calandrini, firmatario dell’ultima revisione del testo, spiega che “viene introdotto un chiarimento fondamentale che rende più circoscritta la procedura di verifica prevista in relazione ai compensi professionali”, mirata tra l’altro a restringere il campo del gratuito patrocinio legale per i migranti. L’intervento precisa che la verifica riguarda esclusivamente le cartelle esattoriali iscritte a ruolo relative a tributi erariali, superando il riferimento generico alla “regolarità degli obblighi fiscali”. E il blocco del pagamento ci sarà solo entro il limite dell’importo iscritto a ruolo, “consentendo comunque l’erogazione della parte eccedente”. Resta immutata la disciplina generale che prevede il blocco integrale se gli importi iscritti a ruolo sono superiori a 5.000 euro. Il presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco resta insoddisfatto e conferma che saranno valutati i profili di incostituzionalità per poter eventualmente presentare ricorso.
È passata poi una modifica che favorisce chi aderirà alla rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali: il tasso di interesse sulle rate scende dal 4 al 3%. Altra “grande vittoria” secondo Borghi e i colleghi leghisti Giorgio Maria Bergesio, Marco Dreosto ed Elena Testor, che pure avevano chiesto che passasse al 2%. Ai loro occhi, “nonostante chi sosteneva che avremmo aiutato gli evasori” è passata una norma per aiutare “i cittadini onesti che hanno più bisogno, mettendo le basi per la pace fiscale, che significa anche sostenere entrate per la finanza pubblica”. Falso, visto che stando alla relazione tecnica la norma – al contrario – costerà 790 milioni alle casse pubbliche, cioè ai cittadini che pagano le tasse.
Nella nuova versione dell’emendamento del governo alla manovra spunta poi un anticipo della ritenuta d’acconto per le fatture tra imprese: scatterà già dal 2028 con un’aliquota allo 0,5% e poi salirà all’1% dal 2029. Il gettito viene calcolato in 734,5 milioni di euro nel 2028 che salgono a 1,469 miliardi dal 2029.