
Luoghi inaccessibili, scale elicoidali e scorci inediti: un viaggio tra i tesori architettonici nascosti di Napoli
Di recente, mentre ero a Napoli per motivi personali, tra una commissione e l’altra ne ho approfittato per prendere parte ad alcune tappe di Architettura Open House, l’evento – giunto alla sua ottava edizione – che in tre giorni permette di scoprire la città partenopea attraverso la visita di luoghi non accessibili al pubblico o non inclusi nei principali tour turistici. Così, dal 3 al 5 dicembre scorso – in un periodo in cui le strade del centro, da via Benedetto Croce a via Toledo, erano “incamminabili” a causa dell’overtourism, ma questa è un’altra storia – me ne sono andato in giro per visitare studi, case di design e cantieri che definiranno la Napoli del futuro.
Non vi parlerò di tutto quello che ho visto, sia perché lo spazio non me lo permette, sia perché alcuni degli appuntamenti erano in abitazioni private – come quella baroccheggiante dell’avvocato Nicola Todisco e quella ipermoderna di una famiglia napoletana, nel lussuoso Parco Manzoni di Posillipo – in cui non è possibile accedere all’infuori di questa tre giorni. Per il resto, ho passeggiato a lungo in una città che da una parte cela luoghi meravigliosi noti solo a pochi, dall’altra diventa ogni anno sempre più turistica, moltiplicando l’offerta di nuovi hotel e B&B come Dimora dei Marchesi, in via Sant’Anna dei Lombardi 36. All’interno di un palazzo nobiliare provato dal tempo – caratteristica comuni a moltissimi palazzi aristocratici della città – l’architetto Marisa Kitzman ha arredato quattro stanze destinate all’accoglienza che uniscono la solennità decorativa di eredità borbonica con elementi architettonici contemporanei e domotica di ultima generazione. Scelte diverse quelle operate dagli architetti Alfredo Ciollaro e Manuela Tirrito dello studio Ars Constructa, che nel Palazzo Moles – in via Vergini, proprio accanto al celebre Palazzo dello Spagnolo – hanno ridato vita a un appartamento, anch’esso destinato a B&B, scegliendo esclusivamente linee pulite e tonalità pastello.
Il clou del programma è stata la visita di alcuni spazi – sia pubblici che privati, ma accessibili a pagamento – oggetto di recenti interventi architettonici che ne hanno migliorato estetica e funzionalità. Due esempi: all’interno del Lunch Bar Magnolia, in Vico Belledonne 11, nel quartiere Chiaia, lo studio Eoss Architettura ha realizzato la copertura di una corte ricorrendo a un impluvium realizzato in Etfe, un polimero di nuova generazione, leggero ma resistente, che dà vita a una struttura effimera e rimovibile che riesce a rispettare i vincoli architettonici imposti dalla Sovrintendenza. Non è un caso che la stessa tecnologia sia stata realizzata per coprire il cortile quattrocentesco del Chiostro del Bramante di Roma, che ora presenta una struttura tessile e trasparente in grado di raccogliere e canalizzare l’acqua piovana verso un punto di raccolta centrale della corte. Ancora, in zona Sanità-Vergini, nell’Ipogeo dei Cristallini – una delle più rare e preziose testimonianze di pittura e architettura ellenistica conservate a Napoli – un ulteriore intervento architettonico mirato alla valorizzazione del luogo ha permesso di realizzare il desk di accoglienza turistica e i bagni, senza violare visivamente uno spazio che non ha eguali per importanza storica.
Altri due indirizzi di cui non ero a conoscenza: la terrazza dell’hotel Mercure Napoli Centro Angioino, in via De Pretis 23, che regala una vista panoramica del Maschio Angioino e del Golfo di Napoli, e la scala elicoidale di Palazzo Mannajuolo, in via Filangieri, sempre nel quartiere Chiaia. La scala – ne ho vista una simile all’Hotel Bristol di Genova – va prima “passeggiata” e poi fotografata: vista dal basso forma una spirale ipnotica impreziosita dalla luce che filtra dall’oculo centrale in alto, illuminando la combinazione di marmo, ferro e vetro usata per erigere questo capolavoro del Liberty napoletano.
L’accoglienza in ogni location è stata arricchita dalla partecipazione degli studenti dell’istituto alberghiero Ipseoa di Napoli, grazie al progetto scuola lavoro. Durante la visita a una casa privata del Rione Sanità – dotata di una terrazza che offre una vista a volo d’uccello su tutta la città – ne ho approfittato per fare due chiacchiere con alcuni di loro, ascoltando i loro sogni e le loro paure in una città che sa essere magica e stimolante, ma anche sfidante e piena di contraddizioni.