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Retromarcia di Forza Italia sull’assist alle compagnie telefoniche che vogliono aumentare le tariffe

I senatore Dario Damiani ha annunciato il ritiro della proposta, non senza definire però “pretestuosi e strumentali” gli attacchi ricevuti. M5s: “Excusatio non petita, accusatio manifesta. Hanno tentato di rendere i consumatori prigionieri del proprio contratto". Consumerismo: "Ritirare anche quelli sul marketing"

Forza Italia fa retromarcia sull’emendamento al ddl concorrenza che avrebbe introdotto la possibilità per gli operatori telefonici di adeguare automaticamente le tariffe all’inflazione, limitando di fatto il diritto degli utenti alla disdetta gratuita. Dopo gli attacchi di associazioni dei consumatori e opposizioni, il senatore Dario Damiani ha annunciato il ritiro della proposta, non senza definire però “pretestuosi e strumentali” gli attacchi ricevuti sostenendo di aver solo proposto “regole chiare” in favore della “regolarità e trasparenza a tutela dei consumatori”. Poi ha chiesto “di aprire quanto prima un tavolo di confronto per individuare le modalità migliori per regolamentare il settore delle tariffe a tutela dei cittadini”.

Immediate le reazioni delle associazioni dei consumatori. “Vittoria. Ottima notizia”, ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Se vuole aprire un tavolo di confronto davvero a tutela dei cittadini, convochi le associazioni dei consumatori, non gli operatori telefonici. Le nostre proposte sono già depositate in Senato e vanno nella direzione opposta a quella degli emendamenti ora ritirati”.

Durissimo il Movimento 5 Stelle, che parla di “excusatio non petita, accusatio manifesta”. Le senatrici Sabrina Licheri e Dolores Bevilacqua (commissione Attività produttive) accusano Forza Italia di “difendere corporazioni e rendite” e di aver “tentato di rendere i consumatori prigionieri del proprio contratto”. “Altro che trasparenza — scrivono —: oggi un utente può disdire liberamente un contratto per risparmiare, ma con quell’obbrobrio sarebbe rimasto vincolato. In Forza Italia sono maestri nella difesa dei poteri forti: dalle banche alle compagnie telefoniche, se a pagare sono i cittadini si può soprassedere”. La deputata M5s Emma Pavanelli dal canto suo chiede di “ritirare le altre amenità che favoriscono il telemarketing selvaggio da parte dei call center o che aprono alla possibilità di far passare a pagamento tutti i servizi di costumer care e di assistenza clienti”.

Concorda Consumerismo No Profit che auspica siano ritirati anche gli emendamenti che puntano a “rendere l’assistenza ai cittadini un privilegio a pagamento e trasformare i dati tecnici degli utenti in carburante per campagne di marketing sempre più invasive”, come spiega il presidente Luigi Gabriele. Il 6.0.6, firmato dallo stesso Damiani, chiede di aggiornare il Piano nazionale di numerazione per i servizi di customer care, consentendo agli operatori telefonici di applicare tariffe alle chiamate di assistenza. Il testo parla di “miglioramento della qualità”, ma “la realtà è che si vuole monetizzare il disagio”, dice Gabriele. Fli emendamenti 8.0.7, 8.0.8, 8.0.9, 8.0.10, poi, “propongono di aprire all’uso commerciale del database MNP (Mobile Number Portability) – denuncia Consumerismo – Questo archivio serve a garantire la portabilità del numero tra operatori, ma se trasformato in strumento di marketing, diventa una miniera di dati per chi vuole intercettare il cliente nel momento più vulnerabile: quello del cambio operatore”.

Critiche alla proposta erano arrivate, prima del ritiro, anche dal Partito Democratico. Il presidente dei senatori Francesco Boccia ha parlato di “una concorrenza al contrario”: “Sotto la bandiera del ddl concorrenza si tenta di tornare indietro di vent’anni, prima delle lenzuolate di Bersani. Gli emendamenti sui rincari automatici delle tariffe e sul telemarketing ridisegnano un mercato controllato, dove vincono le lobby. Quando i prezzi salgono le tariffe aumentano, ma quando scendono gli operatori trattengono i margini. È un modello che svuota la concorrenza dall’interno: le imprese più forti diventano intoccabili, i cittadini clienti obbligati”.