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Von Der Leyen: “E’ alle porte una crisi nell’approvvigionamento di materie prime essenziali”

E' l'allarme lanciato dalla presidente della Commissione nel discorso tenuto alla plenaria dell'Europarlamento in vista del Consiglio Ue di domani. Il messaggio agli Usa: "Vogliamo il controllo delle tecnologie pulite strategiche"

“Una crisi nell’approvvigionamento di materie prime essenziali non è più a rischio remoto. E’ alle porte“. E’ l’allarme lanciato da Ursula von Der Leyen nel discorso tenuto alla plenaria dell’Europarlamento in vista del Consiglio Ue di domani. Un caveat rivolto agli Stati Uniti: Bruxelles, ha detto la presidente della Commissione, “deve avere il controllo delle tecnologie pulite strategiche e della produzione”.

L’Unione, ha spiegato von der Leyen – ha “già adottato misure importanti, ma ora dobbiamo accelerare con decisione e urgenza. Abbiamo bisogno di un approvvigionamento più rapido e affidabile, sia qui in Europa che con partner fidati. Sarò pronta a proporre ulteriori misure per garantire la sicurezza economica dell’Europa e accelererò ciò che abbiamo già messo in atto. Quindi – ha sottolineato -, per essere molto chiari con gli Stati Uniti, l’Europa deve avere il controllo delle tecnologie pulite strategiche e della produzione”.

“Per il terzo anno consecutivo i mercati Clean Tech sono fiorenti – ha argomentato il capo dell’esecutivo comunitario -, il mercato eolico continua a crescere, e nelle economie di sviluppo le vendite di auto elettriche sono aumentate del 60%. Per l’Europa è un’opportunità straordinaria, e c’è un motivo se la Cina sta investendo molto”. “Il Sud del mondo sceglie l’energia pulita perché vuole sbarazzarsi delle dipendenze energetiche. Vogliamo raccogliere i benefici delle clean tech o vogliamo che siano altri a farlo?”, ha domandato quindi in forma retorica. “Io non ho dubbi a riguardo. I mercati delle tecnologie pulite in tutto il mondo sono in piena espansione. Ma il rischio di nuove dipendenze è reale. Il rischio che al nostra industria resti fuori dai mercati strategici esiste e non possiamo permetterlo”.

Di qui le misure allo studio. “Introdurremo un criterio Made in Europe in settori strategici: parliamo di una potenza di fuoco enorme per soddisfare la domanda stabile di prodotti puliti. Poi gli investimenti devono creare più posti di lavoro dall’energia pulita: per noi e non per gli altri. Quindi intensificheremo il sostegno su batterie per le auto, inviando un segnale politico chiaro: questi settori sono fondamentali per noi”. “Tutti sappiamo che i prezzi alti sono provocati dalla nostra dipendenza dai (combustibili) fossili: dobbiamo investire in energia pulita prodotta in casa. Presenteremo un pacchetto sull’energia a livello europeo. Ma serve un’azione anche al livello degli Stati membri. Penso alle tasse: i costi scendono ma le imposte salgono. Lavoriamo insieme per farle scendere e aiutare le nostre imprese: l’Unione europea continuerà a usare gas e fossile ma sappiamo – ha concluso – che non saranno mai mai delle fonti vantaggiose“.

Sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime critiche la Commissione aveva già fatto dei passi. Il 23 maggio 2024 è entrato in vigore il Critical Raw Materials Act, che stabilisce obiettivi strategici per rafforzare l’approvvigionamento interno di materie prime critiche, ridurre la dipendenza da paesi terzi e migliorare il riciclo e la sostenibilità nella catena di approvvigionamento. La legge punta, tra l’altro, a estrarre almeno il 10% delle materie prime critiche consumate nell’Ue, processarne almeno il 40%, riciclarne almeno il 25% e limitare la dipendenza da un singolo paese terzo al massimo al 65% per ciascuna materia prima strategica. Una normativa che, nelle intenzioni della Commissione, rappresenta un passo decisivo verso l’autonomia europea e la transizione verde.

Transizione verde sulla quale, tuttavia, negli ultimi mesi l’Ue ha tirato il freno a mano. A giugno 2025 Von der Leyen ha ammesso la necessità di modificare il Green Deal Europeo per preservarlo, rinviando obiettivi vincolanti sulle emissioni e ampliando l’uso di crediti di carbonio internazionali. A settembre 2025, i ministri dell’ambiente non hanno trovato un accordo sugli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2040, rimandando la decisione ai capi di Stato e di governo. Il Consiglio Ue ha anche sospeso una legge sulle catene di approvvigionamento, parte dell’agenda climatica, per tutelare la competitività economica.