
Tassi minimi dal 2,6% al 4% e premio fedeltà dello 0,8%, ma la convenienza dipende dall’andamento dell’inflazione nei prossimi anni
Parte lunedì 20 ottobre la sesta emissione del Btp Valore ottobre 2032, titolo di Stato riservato ai risparmiatori individuali della durata di sette anni con cedole crescenti nel tempo. Il collocamento resterà aperto fino alle 13 di venerdì 24 ottobre e, come di consueto, non prevede commissioni né limiti di sottoscrizione, se non quello minimo di 1000 euro.
Il Tesoro ha fissato i tassi minimi garantiti al 2,6% per i primi tre anni, 3,1% per il quarto e quinto anno e 4% per il sesto e settimo anno. In base a questi livelli, il rendimento medio lordo minimo si attesta intorno al 3,25%, che al netto della tassazione agevolata al 12,5% scende a circa il 2,85%. Chi manterrà il titolo fino alla scadenza potrà inoltre beneficiare del premio fedeltà finale dello 0,8% sul capitale investito. Il premio non è indicizzato al pil.
La convenienza del Btp Valore va valutata alla luce di diversi fattori. In primo luogo, rispetto ai Btp tradizionali di pari durata già quotati sul mercato secondario, il nuovo titolo si colloca nella parte alta della forchetta dei rendimenti netti: secondo le quotazioni Bloomberg, i titoli con scadenza simile offrono rendimenti compresi tra il 2,54% e il 2,84%. Questo significa che, almeno in partenza, l’emissione di ottobre presenta un margine di vantaggio per chi punta a un rendimento stabile e certo nel tempo. Tuttavia, il titolo non è indicizzato all’inflazione e il suo rendimento reale dipenderà quindi dall’andamento dei prezzi nei prossimi sette anni.
Con un’inflazione media del 2% – in linea con l’obiettivo della Banca centrale europea – il guadagno reale netto per il risparmiatore si ridurrebbe allo 0,85% annuo. Se invece i prezzi dovessero crescere mediamente del 3%, il rendimento reale diventerebbe negativo, con una perdita di circa 0,15 punti percentuali all’anno.
Al momento, gli indicatori di mercato non segnalano pressioni significative sui prezzi: il tasso “breakeven” a cinque anni, che misura le aspettative d’inflazione implicite nei titoli di Stato italiani, si colloca all’1,7%, mentre i salari al palo e la crescita debole continuano a frenare la domanda interna. I rischi inflazionistici restano esterni e legati all’instabilità geopolitica, alle guerre commerciali e alle tensioni sulle catene di approvvigionamento globali.
Il collocamento arriva in un momento favorevole per il Tesoro, sostenuto dai recenti miglioramenti del rating sovrano da parte di Dbrs e Fitch e dalle aspettative di un possibile upgrade anche da Moody’s a novembre. Bruxelles, intanto, apre alla chiusura della procedura per disavanzo eccessivo, con un deficit italiano previsto sotto la soglia del 3%.
Il Mef ha già coperto circa il 90% del programma di emissione 2025, pari a poco più di 330 miliardi di euro a medio-lungo termine. Il Btp Valore si aggiunge al Btp Italia collocato in primavera e al Btp Più di febbraio, portando l’ammontare complessivo dei titoli “retail” in circolazione a 79,8 miliardi di euro, pari a circa il 15% del debito pubblico. La domanda dei risparmiatori privati resta robusta, spinta dalla ricerca di rendimenti certi e dall’ampia liquidità accumulata sui conti correnti: un bacino a cui il Tesoro continua a guardare con crescente attenzione dopo l’uscita della Bce dal ruolo di principale acquirente di titoli di Stato.