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Il Vernacoliere sospende le pubblicazioni. Il direttore dello storico mensile satirico Cardinali: “Sono un po’ stanchino”

Lo stop dello storico mensile satirico è dovuto anche alla crisi della carta stampata: "I costi ormai son arrivati a superar gl'incassi"

Lo storico mensile satirico Il Vernacoliere sospenderà le pubblicazioni dopo l’uscita del numero di novembre. La pausa di riorganizzazione, “in attesa di tempi migliori”, è stata annunciata dal suo direttore e fondatore livornese Mario Cardinali, che sui social si è definito “un po’ stanchino” e ha rivolto ai collaboratori “un saluto che è insieme un augurio di poter continuare a vivere in libera dissacrante irriverenza”. Cardinali, ora 88enne, aveva fondato nel 1961 il periodico Livornocronaca, diventato poi Il Vernacoliere nel 1982. Nel 2020 aveva lanciato un appello per evitare di chiudere il suo giornale e 5mila nuovi abbonamenti avevano salvato le pubblicazioni. Ora arriva lo stop, dovuto anche alla crisi della carta stampata.

Nel comunicato diffuso da Cardinali si legge: “O cari anzi carissimi collaboratori, o sparpagliata truppa d’eccelse firme del vignettare in satira mordace e d’altrettanto saettare in invettive scritte, o ultimi giapponesi d’una resistenza che ora la chiaman resilienza e un ci si capisce più nulla nemmen lì, ascoltate! No, non è Trump che vi parla, e neanche la Meloni. Son io, il Vernacoliere! Che nuntia vobis dolorem magnum, anzi magnissimo. Dopo il numero di novembre Il Vernacoliere sospende le pubblicazioni. Nessuno è eterno. Neanche Mario Cardinali. Che dopo sessantacinque anni di Vernacoliere, arrivato alla soglia dei novant’anni (ci manca ormai un mucchiettino di mesi, grinzosi anche quelli), si sente francamente un po’ stanchino“.

“C’è anche la crisi sempre più profonda della carta, a dettar la nuova legge dell’editoria – prosegue Cardinali – Quella dei giornali, soprattutto. Che quasi più nessuno legge, surclassati come sono dai social, coi telefonini a dettar legge ovunque, nuovi totem dell’indottrinamento in massa. E la pubblicità a pagare il tutto, ché tanto poi a pagare veramente è il solito Pantalone quando compra. E anche per Il Vernacoliere i costi ormai son arrivati a superar gl’incassi. Con le edicole che continuano a chiudere a migliaia in tutt’Italia, e quelle che ancora resistono si son ridotte a rivendite di gadget e giocattolini vari, e pare le vogliano perfino adibire a uffici postali e ricevitorie d’ogni tipo, un po’ come le tabaccherie”.

“Figurati – conclude il direttore del Vernacoliere – se un giornalaccio come Il Vernacoliere, che si è sempre piccato di voler seguitare a campare di sole vendite, senza finanziamenti o sovvenzioni o inserzioni pubblicitarie d’alcun tipo, può continuare a resistere senza uno stop per un respiro nuovo”.