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Eredità Agnelli, l’ultima svolta dalle carte: “L’Avvocato voleva donare un quarto delle quote della Dicembre al figlio Edoardo 24 ore prima del suicidio” – Esclusivo

Nei documenti dell’inchiesta penale spunta la bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui il capofamiglia cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo. La stessa fetta di patrimonio prevista dal testamento ignorato (e nascosto) per 27 anni

Il documento, un dattiloscritto di quattro pagine, riporta in alto a destra del suo frontespizio due timbri: “BOZZA” e “14 novembre 2000”. Esattamente 24 ore prima di una tragedia che avrebbe sconvolto la famiglia Agnelli. Nelle ultime righe della seconda pagina, esplicitando l’intestazione della bozza (“Atto di donazione di nuda proprietà”), si legge che “il signor Giovanni Agnelli dona al signor Edoardo Agnelli, che accetta, la nuda proprietà. Riservandosi l’usufrutto generale vitalizio di una quota di lire 5 miliardi della DICEMBRE Società semplice, con sede in Torino…”.

Una bozza, redatta dal notaio con ogni evidenza su indicazione e istruzioni di Gianni Agnelli, che però non si trasformerà mai in un atto definitivo ed esecutivo. La mattina dopo la data indicata sul suo frontespizio, infatti, Edoardo Agnelli, il figlio maschio dell’Avvocato, si sarebbe suicidato gettandosi dall’alto degli 80 metri del viadotto dell’autostrada Torino-Savona che, in provincia di Cuneo, scavalca il fiume Stura.

Quella bozza, assieme ad altre carte, era stata ritrovata nel novembre 2024, dagli uomini della Guardia di Finanza di Torino guidati dal colonnello Alessandro Langella, nella perquisizione effettuata nel novembre 2024 nello studio dell’avvocato Franzo Grande Stevens, il legale e a lungo consigliere dell’Avvocato. Grande Stevens, scomparso nel giugno scorso, non è mai stato coinvolto in alcun modo nell’indagine dei pm torinesi Marco Gianoglio, Mario Bendoni e Giulia Marchetti sull’eredità Agnelli. Avviata dopo un’esposto della figlia del “signor Fiat”, Margherita Agnelli, che rivendica i beni della madre Marella Caracciolo, finiti in successione ai figli John, Lapo e Ginevra Elkann, grazie a una residenza svizzera della vedova dell’Avvocato che, secondo la Procura, sarebbe falsa e allestita con “artifici e raggiri”.

Il prossimo 27 ottobre, l’inchiesta penale dovrebbe chiudersi con la concessione al presidente di Stellantis, da parte del gip Patrizia Demaria, della “messa alla prova” per 10 mesi presso le scuole gestite a Torino dai Salesiani, evitando così un processo per truffa ai danni dello Stato. John Elkann ha già versato all’Agenzia delle Entrate 183 milioni di euro: l’equivalente delle evasioni fiscali e del mancato pagamento della tassa di successione da parte sua e dei suoi fratelli sull’eredità della nonna, ricostruita dai pm in circa un miliardo di euro celati all’estero in paradisi fiscali, trust e fiduciarie.

Prosegue, invece, la causa civile aperta da Margherita contro i tre figli sull’eredità di Gianni e Marella Agnelli, nella quale è in discussione soprattutto il controllo della Dicembre, la società che come accadeva già per l’Avvocato, attribuisce al capofamiglia la guida e in controllo dell’impero della dinastia, attraverso la Giovanni Agnelli Bv e la finanziaria Exor che gestisce partecipazioni per decine di miliardi di euro. Oggi il 60 per cento di Dicembre è in mano a John, mentre il restante 40 per cento è diviso in parti uguali tra Lapo e Ginevra: grazie a una serie di donazioni e compravendite delle sue quote a favore dei nipoti da parte di Marella Caracciolo.

Ed è proprio nell’udienza del 27 settembre scorso di quel processo civile, che i legali di Margherita Agnelli, gli avvocati milanesi Dario Trevisan e Valeria Proli, avevano prodotto la fotocopia di un testamento olografo di Gianni Agnelli, datato 20 gennaio 1998, nel quale l’Avvocato disponeva, “a modifica di altre disposizioni precedenti”, che le sue partecipazioni nella S.S. Dicembre, “pari all’incirca al 25 per cento”, venissero attribuite al figlio Edoardo. “Sono sicuro che gli altri miei congiunti (Marella, Margherita e John, ndr) – concludeva -, già proprietari di una quota della stessa entità, accetteranno senza contestazioni questa mia disposizione ”.

Un atto rimasto nascosto per 27 anni e anch’esso custodito nello studio Grande Stevens in un “archivio GA”, probabilmente destinato a conservare tutte la documentazione delle pratiche riguardanti il “Signor Fiat”. Un testo che sembra cancellare quanto aveva disposto sempre Gianni Agnelli in un altro documento riconducibile a una sorta di testamento che risale al 17 luglio 1996 ed che è stato ribattezzato la “Lettera di Monaco”. Diciotto righe scritte a mano e firmate dall’Avvocato, su sollecitazione del suo consigliere finanziario Gian Luigi Gabetti, poco prima di entrare in camera operatoria a Montecarlo per un difficile intervento di cardiochirurgia. Tempo prima, Gianni Agnelli aveva intestato i tre quarti della sua quota di maggioranza assoluta della Dicembre alla moglie Marella, alla figlia Margherita e al nipote John (da quel momento titolari ognuno di un 25 per cento) conservandone però l’usufrutto oltre al 25 per cento residuo del suo pacchetto originale. Nella “Lettera di Monaco”, Agnelli torna sulla Dicembre e dispose così: “Avendo preso atto del rifiuto opposto dal mio figlio Edoardo di ricevere donazione analoga a quella da me offerta agli altri miei familiari… tale mia quota io destino in proprietà a mio nipote John Philip Elkann…”. Una scelta che fu sempre indicata, dallo stesso Gabetti e da Grande Stevens, come la precisa volontà del signor Fiat sia di scegliere suo nipote John come guida della dinastia (così come aveva fatto per l’Avvocato il nonno, Giovanni Agnelli sr.) sia di attribuirgli il controllo di Dicembre.

A detta dei legali di Margherita, il “testamento occultato” del 1998 contraddice tale tesi. “Mai revocato, né modificato è stato totalmente ignorato e tenuto nascosto per tutti questi anni. Esso dimostra che non fosse ultima volontà di Gianni Agnelli destinare il 25 per cento della Dicembre al nipote John Elkann. Al contrario, secondo le volontà autografe dell’Avvocato, il nipote avrebbe dovuto beneficiare soltanto di una partecipazione minoritaria, mentre la quota rilevante spettava al figlio Edoardo e, in sua assenza, ai suoi eredi legittimi”. In altre parole, a Margherita Agnelli e Marella Caracciolo.

Nel contempo, Trevisan e Proli avevano avanzato seri dubbi sul fatto che l’esistenza di quelle ultime volontà di Gianni Agnelli fossero a conoscenza anche della vedova Marella Caracciolo. La quale potrebbe essere stata indotta dunque in errore nell’interpretare la volontà del marito di individuare il nipote John come nuova guida della Dicembre. Facendo così una prima donazione di una parte delle suo quote all’attuale presidente di Stellantis e poi cedendo quelle rimastele ai tre nipoti con degli atti di compravendita oggi anch’essi contestati riguardo alla loro validità nel giudizio civile.

Una lettura di quei fatti che ora potrebbe trovare conferma nella “bozza” anch’essa contenuta nelle carte dell’inchiesta penale, cui si legano altri tre documenti che paiono convalidarne le intenzioni. Il primo (quattro pagine) è un’ulteriore bozza notarile, sempre datata 14 novembre 2000 e denominata “Modifica dei patti sociali della Dicembre” per consentire l’ingresso di Edoardo Agnelli nelle quote della società semplice; il secondo (sette pagine) è la bozza del verbale (che indica ancora una volta Edoardo tra i soci) per il trasferimento della sede di Dicembre presso la Simon Fiduciaria s.p.a. nello studio Grande Stevens a Torino.

Le tre bozze, tutte verosimilmente riconducibili allo studio notarile Morone che si è occupato delle vicende della successione Agnelli e delle pratiche relative a Dicembre, dovrebbero essere state predisposte per gli atti finali di firma ed è probabile che quel momento dovesse svolgersi nei primi mesi del 2021, anno che è indicato (senza però giorno e mese) nel frontespizio dell’Atto “di donazione della nuda proprietà”. Un programma poi sconvolto dalla tragedia del suicidio di Edoardo Agnelli e infine dalla scomparsa dell’Avvocato il 24 gennaio 2003. Senza però, come avevano fatto notare i legali di Margherita riguardo al “testamento occultato”, che Gianni Agnelli avesse poi deciso di revocare le sue disposizioni a favore del figlio. Nonostante il fatto che a partire dall’anno successivo, l’Avvocato fosse ormai consapevole che una grave forma di cancro aveva minato in maniera irreversibile il suo stato di salute. Considerazioni che ora verranno discusse nel processo civile in corso a Torino, la cui prossima udienza è prevista per novembre.

Infine, che le bozze degli atti riguardanti gli atti relativi all’ingresso di Edoardo Agnelli nella Dicembre siano stati preparati da professionisti dello studio notarile Morone sarebbe deducibile da un quarto documento recuperato dalla Guardia di Finanza tra le carte conservate da Grande Stevens. Si tratta anche in questo caso di una bozza di una donazione, compilata con gli stessi schemi e formule di quella datata 14 novembre 2000, ma che fu invece resa esecutiva il 24 febbraio 2003 (un mese esatto dopo la morte di Gianni Agnelli) con la quale Marella Agnelli trasferiva il suo 25 per cento al nipote John. Una donazione redatta all’epoca nello studio Morone.

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Riceviamo e pubblichiamo

Dichiarazione dei legali dei fratelli Elkann
Siamo sconcertati dinanzi all’utilizzo mediatico di documenti processuali che non hanno alcun valore giuridico e che sono stati considerati del tutto irrilevanti anche nello stesso procedimento nel quale sono stati raccolti, con l’unico scopo di suscitare sensazionalismo nell’opinione pubblica. Dal canto nostro continuiamo a ritenere le aule dei Tribunali e non gli organi di stampa i luoghi preposti per confutare le infondate pretese avversarie. Segnaliamo, tuttavia, che la selettiva diffusione di documenti processuali omette – non a caso – di renderne noti molti altri da cui si desume che le volontà di Gianni e Marella Agnelli sono state rispettate e adempiute in tutto e per tutto e che Margherita Agnelli ne era perfettamente a conoscenza. I nostri assistiti si riservano ogni iniziativa a difesa loro e della memoria dei nonni Gianni e Marella.

Nota dei legali di Margherita Agnelli
Prendiamo atto della pubblicazione di documenti confermativi della volontà Gianni Agnelli di destinare la partecipazione nella Dicembre al figlio Edoardo, cui sono seguite alcune singolari dichiarazioni dei legali dei fratelli Elkann.

In merito si ribadisce come il documento datato 1998, contenente il testamento autografo dell’Avvocato Agnelli in favore del figlio Edoardo, relativamente alla quota detenuta nella società Dicembre, fosse rimasto completamente ignoto — non solo al pubblico, ma anche alle parti in causa (quantomeno lato Margherita Agnelli) — fino al suo recente rinvenimento. Prima di ciò, le uniche disposizioni di ultima volontà conosciute (e persino pubblicate su siti web) aventi ad oggetto la Dicembre erano quelle di cui alla Lettera di Monaco del 1996, con la quale l’Avvocato Agnelli disponeva in favore del nipote John Elkann.

Il documento del 1998, invece, attesta l’intervenuta revoca delle disposizioni del 1996, che non esprimevano più la volontà di Gianni Agnelli. In sede di apertura e pubblicazione del testamento, tali disposizioni autografe avrebbero dovuto essere rese note a tutte le parti interessate. È principio pacifico che nessuna ultima volontà possa essere legittimamente “riferita” da terzi in forma “verbale” o sulla base di mere dichiarazioni successive alla morte del de cuius. Le recentissime notizie relative agli ulteriori documenti confermativi della volontà di destinare la partecipazione nella Dicembre al figlio Edoardo costituiscono un’ulteriore prova dell’eSettiva intenzione dell’Avvocato Agnelli. La circostanza è tanto più significativa se si consideri che egli, nemmeno nell’ultima fase della sua vita e pur mantenendo integra la capacità e la facoltà giuridica d’intervenire, non ritenne di disporre della propria partecipazione nella Dicembre in favore di terzi, revocando le disposizioni testamentarie autografe del 1998 a beneficio di Edoardo.

Tali elementi assumono significativo rilievo ai fini del procedimento civile in corso, anche per gli atti posti in essere da Marella Caracciolo in ossequio a quanto contenuto nella Lettera di Monaco, nonché per la posizione di Margherita Agnelli.