Politica

Ambrogino d’Oro alla Global Sumud Flotilla, Bernardini De Pace a Sala: “Se accade restituisco il mio”

L'avvocata ha scritto una lettera al sindaco di Milano. Il sindaco aveva dichiarato che "è l’unica cosa su cui io non sono coinvolto, lascerei al Consiglio il confronto"

Da un lato la Lega, che per l’Ambrogino d’Oro, la civica benemerenza del Comune di Milano, candida il presidente Donald Trump, facendone anche una questione di “dividendi” per le casse comunali. Dall’altro la precedente proposta di dare il premio alla Global Sumud Flotilla di due consiglieri di maggioranza, la capogruppo dem Beatrice Uguccioni e il verde Carlo Monguzzi, che ieri in Consiglio si è visto bocciare la parte dell’ordine del giorno che voleva cancellare il gemellaggio tra Milano e Tel Aviv, con seguito di proteste dentro e fuori dall’aula, manifestazioni e cariche della polizia. A mettere il dito nella piaga dell’assegnazione dell’Ambrogino è arrivato anche l’appello al sindaco Giuseppe Sala della nota avvocata matrimonialista Annamaria Bernardini De Pace, già premiata con la benemerenza nel 2015 e pronta a restituirla se l’onorificenza destinata ai cittadini che hanno dato lustro alla città fosse consegnata alla Flotilla, che “ha messo in scena una provocazione politica, con finalità simboliche e mediatiche, ai limiti della legalità internazionale”, ha scritto nella lettera.

Esprimendo “sconcerto”, Bernardini De Pace giudica la candidatura di Pd e Verdi-Sinistra “gravemente inopportuna e profondamente offensiva per il significato che l’onorificenza dovrebbe conservare: premiare chi, con impegno autentico, ha onorato la città di Milano”. “La cosiddetta “flottiglia” (promossa da enti ambiguamente Pro-Palestina e da circuiti di finanziamenti non trasparenti) – attacca nella lettera – non ha distribuito cibo, non ha soccorso civili”. Mettendo in scena “una provocazione” che “non ha nulla a che vedere con il senso civico, la solidarietà o la promozione dell’immagine di Milano nel mondo”. Ancora: “L’antisemitismo mi fa orrore, anche perché tipico delle persone ignoranti. E ogni gesto che anche indirettamente, un’ambiguità ideologica, finisce per normalizzare un clima intollerabile, nel quale il disprezzo per Israele diventa alibi per nuovi pregiudizi antiebraici”. Se questa “indecorosa candidatura” dovesse essere accolta, conferma fin d’ora la volontà di restituire pubblicamente l’Ambrogino d’Oro, “che ho ricevuto con orgoglio anni fa”. E chiede al sindaco di convocarla “così da poterlo fare nello stesso giorno della cerimonia ufficiale di consegna ai rappresentanti della Flotilla, così che il mio gesto – non polemico ma etico – possa essere compreso nella sua portata simbolica”.

L’avvocata ha ricevuto l’onorificenza nel 2015 per il suo impegno “sul fronte dei diritti civili”, oltre che per il suo “ruolo prezioso cittadino e nazionale nell’attuazione della costituzione, del progresso sociale e della libertà”. Il sindaco Sala ha già provato a smarcarsi. “L’Ambrogino d’Oro per fortuna è l’unica cosa su cui io non sono coinvolto. Non intervengo e quindi eviterei e lascerei al Consiglio il confronto su queste faccende”, ha detto a Milano a margine dell’assemblea generale di Assolombarda del 13 ottobre, rispondendo ai cronisti che chiedevano se fosse favorevole alla candidatura della Flotilla. Ma la questione non è certo archiviata. Il Consiglio che ha bocciato la cancellazione del gemellaggio con Tel Aviv non ha discusso, rinviandolo alla prossima settimana, nemmeno il documento che propone l’avvio di un gemellaggio tra Milano e Gaza City, oltre al sostegno a un piano idrico per la città della Striscia, con il contributo della partecipata MM Spa per l’accesso all’acqua potabile e la condanna dell’attacco di Israele alla Flotilla. “Non è stata nemmeno discussa la mozione che avevamo presentato per conferire la cittadinanza onoraria alla funzionaria Onu Francesca Albanese“, ha evidenziato il consigliere comunale del gruppo Misto Enrico Fedrighini. Proposta sottoscritta anche da alcuni consiglieri della lista di Sala. “Non bisogna discutere di queste cose. Obbedienza continua…”, il commento di Fedrighini.