
Il National Security Council, l'ufficio creato da Netanyahu per gestire la sicurezza nazionale, resterà attivo anche durante lo Yom Kippur. Il quotidiano Ynet evoca la strage del 31 maggio 2010: "Non è la Mavi Marmara, ma non si sa mai"
Con l’assottigliarsi delle miglia che dividono la Global Sumud Flotilla dalle acque antistanti la Striscia di Gaza, le autorità di Israele stanno predisponendo una delle operazioni di sicurezza più complesse degli ultimi anni. Bloccare in mare aperto 47 imbarcazioni che trasportano bordo 500 attivisti di ogni parte del mondo richiede un’organizzazione capillare in cui “ogni manovra deve essere calcolata nei minimi dettagli, perché anche un errore può avere conseguenze diplomatiche o legali importanti”, hanno sottolineato fonti militari citate da Haaretz.
La Marina militare è in stato di massima allerta: uomini dell’unità d’élite Shayetet 13 sono pronte a intervenire per intercettare le barche prima che raggiungano la costa palestinese. “Ogni imbarcazione sarà monitorata in tempo reale, e le forze sono pronte a reagire a qualunque tentativo di violazione del blocco navale”, hanno spiegato fonti militari. Il Times of Israel prevede che la Marina salirà a bordo dei natanti, arresterà gli attivisti e li condurrà su una grande nave della Marina, da dove saranno poi trasferiti al porto di Ashdod per essere espulsi dal Paese. Alcune barche degli attivisti potrebbero essere rimorchiate anche a terra, altre potrebbero essere affondate.
La complessità dell’operazione non si limita al mare. Circa 600 agenti di polizia saranno impiegati per gestire l’eventuale arrivo degli attivisti nei porti israeliani, in particolare ad Ashdod. Qui, secondo Times of Israel, “sono previste centinaia di udienze amministrative e procedure di trattenimento per chi rifiuterà la deportazione immediata”. L’unità Nahal e il personale sanitario, aggiunge il National Security Council, saranno coinvolti nella gestione di eventuali emergenze a bordo delle imbarcazioni o in caso di sbarco forzato.
La struttura creata da Benjamin Netanyahu per le questioni relative agli affari esteri e alla sicurezza nazionale del primo ministro gestirà le operazioni dalla sala comando centrale, che resterà attiva anche durante la festività religiosa dello Yom Kippur, in vista del quale i soldati hanno ricevuto una dispensa dal digiuno rituale e dalla maggior parte degli altri obblighi liturgici. “Questa è un’operazione particolarmente complessa, perché richiede la massima coordinazione tra forze marittime, terrestri e diplomatiche”, ha spiegato un ufficiale della sicurezza israeliana a Ynet. La spedizione, ricorda poi il Times of Israel, include attivisti noti tra cui figure internazionali come Greta Thunberg e rappresenta per questo una sfida non solo militare, ma anche simbolica. “Dobbiamo gestire la sicurezza senza generare incidenti mediatici che possano essere strumentalizzati a livello internazionale”, ha aggiunto il portavoce dell’Idf.
La questione comporta notevoli risvolti diplomatici. “La nostra principale preoccupazione è prevenire qualsiasi incidente che possa avere ripercussioni internazionali”, ha dichiarato a Haaretz un portavoce delle forze armate. I vertici militari temono che l’eventuale uso della violenza durante l’intercettazione possa portare a un’escalation e funzionari della Difesa hanno dichiarato di aver avvertito il governo che l’intercettazione della flottiglia potrebbe minare ulteriormente la reputazione dello Stato ebraico all’estero, già compromessa per le operazioni che sta conducendo nella Striscia di Gaza in risposta agli attentati del 7 ottobre 2023.
In passato, operazioni simili hanno suscitato attenzione globale e la leadership israeliana vuole evitare ripetizioni di episodi controversi. Come quello che il 31 maggio 2010 vide protagonista la Mavi Marmara. La nave, battente bandiera delle Isole Comore ma gestita da una ong turca, venne abbordata dagli uomini dell’unità d’élite Shayetet 13 dell’esercito israeliano che uccisero sul posto 9 attivisti turchi, mentre un decimo morì tempo dopo in ospedale. “Non è la Mavi Marmara, ma non si sa mai“, ha detto un funzionario israeliano a Yediot Ahronoth, sottolineando che sulle barche della Sumud Flotilla “non ci sono tanti estremisti turchi come sulla Marmara”.