Politica

Elezioni Marche, vince l’astensionismo: il centrosinistra non trova le parole giuste per un popolo annientato

Il centrosinistra non riesce a mobilitare l'elettorato deluso, mentre Meloni mantiene i suoi fedelissimi

di Enza Plotino

La vittoria di Acquaroli nelle Marche dimostra ancora una volta che la metà del corpo elettorale italiano, esattamente il 50%, non crede nella bontà delle proposte di questa classe politica, resta a casa, segno di una sfiducia che colpisce trasversalmente. “I ceti più deboli e i precari, che dovrebbero essere la linfa di un’alternativa progressista, non si sono mobilitati. Senza riportare al voto chi ha smesso di crederci, non ci sarà partita vincente per la sinistra” scrive Enrico Rossi.

L’elezione regionale nella Marche dimostra, ancora una volta, che Meloni tiene tra i suoi fidelizzati (il 26% del 50%) e che il centrosinistra non ha trovato ancora le parole giuste, vere, salvifiche per una popolazione annientata dalle difficoltà della vita quotidiana e per una massa di giovani donne e uomini precari e fragili (in tutti i sensi). Il centrosinistra unito è una condizione necessaria ma insufficiente, se esiste solo nelle segrete stanze dei partiti.

E’ necessario che diventi un movimento unitario, un fronte comune, ma soprattutto un “sentire” comune solo scendendo nelle strade, entrando nelle case, vivendo quella abissale incertezza, impotenza e insicurezza che prende alla gola e immobilizza, che non ti fa muovere dalla tua tana – figurarsi andare in un seggio elettorale – solo vivendo il dramma dei milioni di poveri, giovani, uomini e donne costretti a “tirare la carretta” della vita propria e dei familiari, a volte malati (senza cure), a volte fragili (senza welfare), in preda alle paure di guerre imminenti e di campagne d’odio alimentate dagli stessi governanti.

La destra così regge e reggerà. Alla destra di Meloni basta quel 20% di elettori “sotto schiaffo”, ma il centrosinistra deve riuscire a parlare al resto della popolazione (80%), deve ritrovare quel feeling emotivo e quell’empatia con una parte della popolazione che sente di non essere né compresa, né aiutata nei bisogni essenziali della vita quotidiana. Se il centrosinistra unito, se Schlein, Conte, Fratoianni, anziché “menarsela” su chi c’è, chi non c’è e via cazzeggiando, guardasse in faccia il suo popolo e gli dicesse cosa intende fare su sanità, assistenza, economia e infrastrutture, e anche sui temi della pace, dei diritti, forse qualcosa potrebbe iniziare a cambiare. Proposte serie, concrete, please!

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