
Lo studio su Lancet rivela un aumento del 75% dei decessi per cancro. Il professor Franco Berrino: "Agire su tabacco, alimentazione e inquinamento"
Numeri che fanno impressione: entro il 2050, secondo uno studio appena pubblicato su The Lancet, nel mondo ci saranno 30 milioni di nuove diagnosi di tumore e quasi 19 milioni di morti ogni anno. Significa un aumento rispettivamente del 61% e del 75% rispetto ad oggi. È la conclusione a cui giungono gli esperti statunitensi del Global Burden of Disease Study Cancer Collaborators in uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet sulla base dei dati raccolti in 204 Paesi per 47 tipi di cancro differenti.
Si tratta di una vera ondata che non risparmierà nessun continente, anche se a pagare il prezzo più alto saranno i Paesi a basso e medio reddito, dove i sistemi sanitari sono fragili e la prevenzione quasi inesistente. Le ragioni sono in parte inevitabili: viviamo di più e il cancro è una malattia tipica dell’età avanzata. Ma c’è anche un altro lato della medaglia: oltre il 40% dei tumori dipende da fattori di rischio modificabili, cioè legati agli stili di vita e all’ambiente. Tabacco, alcol, sedentarietà, alimentazione scorretta e inquinamento sono ancora i grandi protagonisti di questa epidemia silenziosa.
Per dare qualche numero in più:
L’Italia non fa eccezione. Ogni anno si registrano 395mila nuove diagnosi e circa 180mila morti, di cui quasi la metà – circa 80mila – attribuibili a fattori evitabili. Il quadro è aggravato dal fatto che molti cittadini non partecipano agli screening gratuiti, non aderiscono alle vaccinazioni (epatite B e HPV) e vivono con abitudini rischiose: un quarto degli italiani fuma, un terzo è in sovrappeso, la sedentarietà è in crescita anche tra i giovani.
Eppure i numeri parlano chiaro: investire in prevenzione conviene. Non solo perché allunga la vita e riduce le sofferenze, ma anche perché alleggerisce un Servizio sanitario nazionale sempre più sotto pressione. Oggi in Italia solo il 6,8% della spesa sanitaria è destinata a prevenzione, meno della media europea e molto meno rispetto a Paesi come il Regno Unito (12,5%).
“Fondamentalmente, i fattori che causano il cancro si possono ricondurre a tre grandi aree: al primo posto c’è il tabacco e poi l’alimentazione e l’inquinamento ambientale – spiega al FattoQuotidiano.it il dottor Franco Berrino, epidemiologo e già Direttore del Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto tumori di Milano -. Non c’è molto di nuovo rispetto a ciò che sapevamo già: lo studio conferma che il rischio aumenta perché la popolazione invecchia. In Occidente questo è il principale motivo dell’aumento dei casi, mentre nei Paesi in via di sviluppo pesa anche la crescita vertiginosa del consumo di tabacco e di cibo industriale”.
E se dovessimo, in estrema sintesi, consigliare le persone come agire sui fattori modificabili, quali consigli pratici dare? Berrino non ha dubbi: “In Italia, se vogliamo abbattere davvero il rischio, dobbiamo eliminare le bevande zuccherate e quelle ‘zero’, ridurre drasticamente il consumo di carne in generale, in particolare salumi e carni rosse, e al contrario aumentare il consumo di cereali integrali e alimenti vegetali. Sono scelte semplici, ma potenti, che possono fare la differenza nella vita di ciascuno”.