
Non ci si può riempire la bocca di diritto internazionale, di rispetto dei principi senza essere conseguenti non solo in Russia ma anche a Gaza
di Pietro Francesco Maria De Sarlo
Fin dall’inizio era evidente che l’obiettivo della Flotilla non era (solo) di consegnare aiuti umanitari ma di rompere un blocco illegale e stabilire il principio che quello che accade a Gaza va aperto agli occhi del mondo. Credo anche che i partecipanti alla Flotilla abbiano fin dall’inizio messo in conto di aggiungere i propri corpi a quelli dei gazawi mettendo in piena evidenza la vigliaccheria dei propri governi nei confronti di Israele.
Giorgia Meloni di tutta questa vicenda ha colto l’unico aspetto che la riguarda personalmente, non rendendosi conto che riguarda anche gli altri governi dei cittadini che partecipano alla Flotilla, perché sarà costretta a scegliere tra la legalità di chi senza armi si approccia a una costa straniera e in base al diritto del mare va accolto e l’illegalità e la violazione di ogni diritto internazionale calpestato da Israele con il blocco sulle coste gazawe.
Ora a tutte le persone di buon senso appare evidente che tutto l’Occidente così cazzuto con la Russia di Putin è con le braghe in mano nei confronti di Israele a cui è consentito tutto. Già perché non ci si può riempire la bocca di diritto internazionale, di rispetto dei principi senza essere conseguenti non solo in Russia ma anche a Gaza. Ma si sa, “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” e quello che temono di più i leader dell’Occidente pieno di valori indefettibili è che Israele spari sulla Flottiglia e le sue persone aggiungendo il prezioso a sangue occidentale a quello privo di valore dei gazawi.
Non so cosa faranno gli eroi della Flotilla, se andranno avanti alla meta o se umanamente rendendosi sempre più conto che le proprie vite sono a rischio cederanno alla ipocrita assicurazione di fornire i loro aiuti umanitari a Cipro e a Pizzaballa. Ipocrita perché si fa finta di non sapere che l’obiettivo della missione è proprio quello di mettere i governi occidentali di fronte alle proprie responsabilità.
Questo ha messo nell’angolo tutto il governo italiano e Mattarella – la cui condotta sulla Russia e su Gaza mi suscita sempre maggiori perplessità – perché scoperti con il sorcio in bocca, come si dice a Roma, e costretti a scegliere tra la difesa dei propri cittadini e della legalità internazionale e la strana sudditanza nei confronti di un governo genocida.
A questo punto credo che i cittadini italiani ed europei abbiano il diritto alla chiarezza sul comportamento delle proprie istituzioni. Sono ricattati dal Mossad? Hanno interessi economici inconfessabili con Israele? Sono afflitti patologicamente da islamofobia e russofobia per cui adattano i propri principi alle loro fobie?
Le conseguenza di quello che accade ora ricadranno per decenni su di noi e i nostri figli. Complici di genocidio, un marchio infame e indelebili e che prima o poi sarà sancito anche dalle corti di giustizia internazionali e da un mondo sempre più indipendente economicamente dall’Occidente e che ci sta surclassando. Pagheremo caro tutto ciò, sempre che non arrivi un nuovo conflitto atomico che cancelli l’umanità, e sarà un atto di giustizia pagare il conto. L’epoca del suprematismo e del colonialismo è finita per sempre e finché è durata troppi amici non ce li siamo fatti.
Cari amici della Flotilla, perdonate l’ignavia e la vigliaccheria delle nostre istituzioni. Qualsiasi scelta facciate avrete il nostro rispetto e il nostro riconoscimento.
Dal lato opposto i governi Ue, quello italiano e la presidenza della Repubblica consegneranno alla Storia la propria ignavia e la propria vigliaccheria. L’invito a cedere e consegnare gli aiuti a Cipro e a Pizzaballa ha il solo scopo di toglierli dall’imbarazzo. La Flotilla ha fatto tana. Se l’Occidente interviene dimostra che la vita degli occidentali vale più di quella dei gazawi. Se non interviene dimostrerà quanto ignobili siano le nostre istituzioni. Per questo pregano in ginocchio la Flotilla di consegnare gli aiuti a Cipro, del resto poco gliene frega.